L’Otto settembre, il Giorno della Vittoria, la festa liturgica della Natività della Vergine Maria, è un giorno festivo celebrato a Malta. Ricorda la fine di tre assedi storici fatti nell’arcipelago maltese, vale a dire: il Grande Assedio di Malta dell’Impero ottomano che fu terminato nel 1565, l’assedio di La Valletta dal blocco francese che terminò nel 1800 e l’assedio di Malta durante la seconda guerra mondiale da parte dell’esercito italiano terminò nel 1943. Questo giorno coincide anche con la commemorazione della nascita della Vergine Maria, meglio conosciuta come la Natività di Maria, che si celebra nei villaggi di Senglea, Naxxar e Mellieha a Malta, e Xagħra a Gozo. È conosciuta localmente come il-Vitorja (la Vittoria) e il-Bambina (la Bambina). La tradizionale regata con gare di barche nel Porto Grande si tiene il giorno della vittoria.
In questo giorno assai importante nella storia del nostro paese anche i nostri vescovi, mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo di Malta, mons. Joseph Galea-Curmi, vescovo ausiliare di Malta e mons. Mario Grech, vescovo di Gozo, hanno conguntamente pubblicato una lettera pastorale per l’occasione della Natività della Vergine Maria, che s’intitola “Costruire le nostre case su una roccia”. Nel loro appello ai politici, i vescovi hanno richiamato l’attenzione del governo, dell’opposizione e dei consiglieri locali, per lavorare insieme per il bene comune, evitando così che il problema degli alloggi diventi un calcio politico partigiano. I politici dovrebbero trovare soluzioni pratiche ed efficaci per i casi urgenti che richiedono una pianificazione a breve, medio e lungo termine. Una regolamentazione tempestiva del mercato degli affitti e la fornitura di alloggi sostenibili, hanno detto i vescovi, darebbe alle persone che sono maggiormente colpite da questa crisi, la dignità di avere un tetto adatto sopra le loro teste.
Nella loro lettera pastorale i vescovi hanno anche appellato ai proprietari e sviluppatori. I vescovi hanno detto che i proprietari terrieri e gli sviluppatori dovrebbero riflettere più seriamente sugli aspetti etici e sociali della loro attività. Essi devono essere guidati da una coscienza sociale ed esercitare moderazione sulle rate che regolano l’acquisto e l’affitto di proprietà secondo criteri giusti e uguali, sostenuti di responsabilità e solidarietà. Scrivono i vescovi: “Che cosa ti guadagna nel pagare agli stranieri una miseria all’ora per il loro lavoro e allo stesso tempo privarli dei loro diritti o che cosa ti ha portato a trasformare intere famiglie per strada per guadagnare un reddito alternativo di migliaia al mese, sfoggiando la tua generosità donando somme cospicue alla tua parrocchia? Pensi onestamente che Cristo si rallegri in tali offerte?”.Nel loro comunicato pastorale, i vescovi parlano anche cogli inquilini. Gli inquilini che vivono in proprietà in affitto, hanno detto i vescovi, dovrebbero prendersi cura della proprietà al meglio delle loro capacità. Affermano i vescovi: “La giustizia sociale richiede anche che non si ricorrano inutilmente all’edilizia sociale a scapito di coloro che sono davvero in difficoltà. Chiunque abusi del sistema di assistenza sociale attraverso mezzi ingannevoli è colpevole di aver rubato mettendo anche un onere ingiusto sullo stesso sistema di welfare”.
Al termine della loro attualissima lettera pastorale, i vescovi rivolgono il loro paterno appello alle comunità della Chiesa. I vescovi hanno preso atto delle numerose iniziative positive adottate in questo settore, incluse alcune in collegamento con il governo, il settore privato o la società civile. Tra gli esempi, i vescovi hanno citato Dar Papa Franġisku, Dar Maria Dolores, Fondazzjoni Suret il-Bniedem, Dar Osanna Pia e le varie residenze gestite dalla Commissione Emigranti. La carità pastorale dei vescovi nel scrivere questa lettera pastorale è stata ispirata da quello che srive Papa Francesco sull’argomento nella sua lettera enciclica che tratta la cura della casa comune, Laudato Si’ del 24 maggio, Solennità di Pentecoste, 2015.
La mancanza di alloggi è grave in molte parti del mondo, tanto nelle zone rurali quanto nelle grandi città, anche perché i bilanci statali di solito coprono solo una piccola parte della domanda. Non soltanto i poveri, ma una gran parte della società incontra serie difficoltà ad avere una casa propria. La proprietà della casa ha molta importanza per la dignità delle persone e per lo sviluppo delle famiglie. Si tratta di una questione centrale dell’ecologia umana (n. 152). Preghiamo che questa lettera pastorale continua a far nascere nel nostro paese una conscienza sociale per i più poveri e bisognosi. Quando la solidarietà e la giustizia regnano la vittoria è sicuramente per i nostri politici, i proprietari e sviluppatori, gli inquilini, la Chiesa stessa e per il nostro amatissimo Paese, Malta.
di Fra Mario Attard