Alcune settimane fà ho avuto la grazia di celebrare una messa di ringraziamento per la forte intercessione di San Giorgio Preca, esattamente nella Cappella dedicata alla Madonna della Medaglia Miracolosa. Questa bellissima cappella è adiacente alla Casa centrale della Società della Dottrina Cristiana M.U.S.E.U.M. Alcuni anni fa ristrutturata per ospitare le spoglie del Santo Giorgio Preca, che Papa Giovanni Paolo II ha beatificato a Malta il 9 maggio 2001. Tutto il lavoro ridecorativo fu realizzato dai membri della SDC. Questo bellissimo lavoro fu progettato dal professor Richard England. Se, in tempi diversi, l’architettura era usata come mezzo con cui l’uomo esprimeva la sua fede, la Cappella di Blata l-Bajda ha esattamente abbracciato lo stesso scopo.
Quando entri nell’edificio, sarai colpito dalla solidità e dalla tranquillità dell’intero spazio che ti circonda. Mentre guardi di fronte a te, sarai sicuramente ispirato dal senso profondo della semplicità, del colore e del decoro del luogo. Alla tua sinistra, un piccolo ingresso ti porta alla Cappella del Santissimo Sacramento. Si entra in questa Cappella per stare da solo con il Solo, Dio. Tutto in questa Cappella ti aiuta a raggiungere questo alto obiettivo. Alla tua sinistra, c’è un passaggio che corre lungo la Cappella che significa il viaggio umano che si fa qui sulla terra. Il passaggio ha un certo numero di particolari ornamenti significativi. Piccoli ciottoli di marmo insieme a una serie di blocchi di legno coprono il pavimento. Se provi a camminare su questi ciottoli o ti aggrappi alle strutture in legno, scoprirai che tutto sembra essere molto vulnerabile.
Dopo tutto, è la nostra esperienza nella quotidianità della nostra vita. È solo quando alzi la testa alla ricerca di qualcosa di solido che i tuoi occhi cadono sul tabernacolo, che sorge su un solido pilastro di cemento. Inscritto in latino, proprio sopra la porta del tabernacolo, incontrerai in primo luogo quello che tu sei venuto a cercare: Magister adest et vocat te (“Il Signore è qui e ti sta chiamando”). All’estremità del passaggio, c’è un vetro illuminato brillantemente dalla luce naturale che riceve da dietro. Una seconda scena importante, colma di significato, si trova precisamente nella Via Crucis, che adorna il semicerchio sul retro della cappella principale. Nella prima stazione, un bicchiere copre completamente una croce. Il vetro rappresenta il peccato, l’egoismo e la morte. Se fosse possibile, il diavolo avrebbe conquistato e annientato Dio!
Pertanto, l’obiettivo principale di Satana è quello di impedire a tutti gli esseri umani di venire a sapere chi è Dio. Eppure Dio, l’Imman-u-el (Dio-con-noi) attraverso la sua Incarnazione, vita, morte e risurrezione porta la vittoria finale e la redenzione all’intera umanità. Dunque, nell’ultima stazione, la croce è completamente scoperta e simboleggia la vittoria, pronunciata da Dio in Genesi: E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno (Gen 3,15). Il corpo ben preservato del Santo Giorgio Preca si trova in un’urna di vetro, posta al di sotto dell’effige di cera. Le mani sono incrociate sul petto con le dita che ci ricordano il Mistero della Santissima Trinità, di cui Don Preca fu un grandissimo predicatore.
La statua della Madonna, splendidamente scolpita in legno, sulla sinistra dell’altare maggiore, invita il pellegrino ad inginocchiarsi e pregare. E il pellegrino è anche invitato a non lasciare questo spazio sacro prima di fermarsi un attimo prima del bassorilievo in bronzo del servo di Dio Eugenio Borg, il primo superiore generale della Società della Doctrina Cristiana. Esso fu un seguace molto fedele e zelante del Santo Giorgio Preca sin dall’inizio della loro avventura spirituale che li ha portati entrambi alla santità. Questa devotissima Cappella mi ha fatto rivivere le immortali parole che San Giovanni Paolo II fece proprio qui quando incontrò i membri della Società Della Dottrina Cristiana, il 9 maggio 2001.
Ovunque si recasse, don Giorgio era seguito da una folla di persone, affascinate dalle sue parole. Perché? Perché riconoscevano nella predicazione di don Giorgio la voce di Gesù stesso. Ascoltavano il Signore stesso. Erano attratte dall’irresistibile fascino di Cristo che sapevano essere l’unico in grado di soddisfare il desiderio più profondo del loro cuore. La bellezza della santità che si trova in sommo grado in Gesù e si riflette nel nuovo Beato di oggi non cesserà mai di attrarre il cuore umano. È certo che se potremo mostrare il volto del Signore risorto al mondo, allora toccheremo e conquisteremo le anime in modo sorprendente! (nro.3). San Giorgio, prega per noi!
di Fra Mario Attard