Nel mese di luglio, la Parrocchia di Paola ha inaugurato un nuovo dipinto per la sua grande abside. La parrocchia è dedicata a Cristo Re. Fu istituita dall’arcivescovo di Malta, mons. Pietro Pace, nel 1910. Il primo parroco fu il rev. Salv Chircop. La chiesa, che è considerata la più grande dell’Isola, fu costruita a forma di croce latina, su disegni di Ġużè Damato, che fu anche uno dei suoi grandi benefattori. Cominciò a essere usata come chiesa parrocchia nel 1936. L’arcivescovo di Michele Gonzi la consacrò nel 3 giugno 1967. Assunse il titolo di chiesa parrocchiale dalla chiesa barocca del XVII secolo che fu dedicata a Santa Ubaldesca, costruita ovviamente durante il periodo in cui Malta fu governata dai Cavalieri di San Giovanni, dalla bolla papale, di papa Urbano VIII, che concesse all’Ordine il permesso di erigere una chiesa dedicata a Santa Ubaldesca. Questa bolla fu emessa il 31 luglio 1629.
Tutti i parroci di Paola hanno lavorato duramente per la manutenzione e l’abbellimento di questo grande, monumentale e magnifico tempio; Il-Knisja ta ‘Kristu Re, (La Chiesa di Cristo Re), a Raħal Ġdid (Paola). E, oggi, si può godere dell’architettura interessante, degli arredi interni, dei lampadari di cristallo e dei vari tesori d’arte con cui la chiesa si è arricchita, grazie ai generosi contributi dei parrocchiani. L’attuale parroco è il canonico Marc Andrè Camilleri. Venne dalla parrocchia di San Sebastiano, a Ħal Qormi, dove prestò servizio come vice parroco. È stato ufficialmente affidato alle cure spirituali dei Pawlisti il 22 novembre 2014. Al suo fianco ha Padre Herbert Friggieri S.J., don Keith Scicluna e don Gilbert Scicluna che lo aiutano.
Il canonico Camilleri – sempre vestito con la tonaca nera del prete – è un prete carismatico, che va sempre in giro, incontra persone, sorride, ascolta e dà consigli incoraggianti. È un ottimo cantante che canta la canzone come chiede il Signore Onnipotente ai suoi discepoli. Oltre a occuparsi diligentemente dei bisogni spirituali del gregge a lui affidata, ha intrapreso diversi progetti per la chiesa, alcuni dei quali sono già stati completati con grande soddisfazione. Tra questi, si trovano gli apostoli in bassorilievo in stucco dello scultore Lawrence Attard, quattro negli ovali recessi in alto sopra le colonne del presbiterio e otto in nicchie sopra le colonne della navata, vicino al decorazione interna che circonda la chiesa; il vecchio pulpito di mogano restaurato (che era stato abbandonato nella Chiesa di Santa Ubaldesca) ora installato sulla prima metà della colonna d’angolo, sul lato sinistro della navata; i dipinti di santi ai lati degli altari, nella navata a destra della chiesa, e quelli con episodi della vita di Cristo ai quattro angoli dei transetti, tutti lavorati dell’artista Manuel Farrugia: due statuette in bronzo dei santi Pietro e Paolo fatti a Napoli; la nuova statua, ora titolare, che raffigura Cristo Re del celebre Alfredo Camilleri Cauchi, portata a spalla nella processione annuale della festa parrocchiale celebrata nell’ultima domenica di luglio; quattro grandi e preziosi lampadari di cristallo appesi agli angoli della traversata; una nuova serie di paramenti liturgici e la galleria d’organo decorata e dorata in alto sopra la porta principale, all’interno della chiesa.
Manuel Farrugia, un giovane artista di Gozo, ancora sotto i 30 anni, era stato scelto per eseguire i dipinti che erano già stati collocati in situ nella chiesa, sul merito di aver mostrato un grande talento in altre sue opere. È promettente e dipinge con uno stile contemporaneo realistico e quasi fotografico, un linguaggio che è immediatamente compreso e tocca l’anima umana. Il suo recentissimo grande dipinto su tela, approvato dalla Commissione diocesana per l’arte sacra lo scorso maggio, fu ufficialmente inaugurato per la festa di quest’anno. Era stato incollato al muro della grande abside durante i primi giorni del mese di luglio e misura circa 20 metri di larghezza e 13 metri di altezza. In esso, Farrugia raffigura un glorioso e solenne Cristo Re, seduto su un trono d’oro, con la mano destra che benedice l’universo e l’umanità e la mano sinistra con un libro aperto, con le lettere “A” su una pagina e “Ω” “dall’altra, il titolo alfa e omega di Cristo e Dio nel libro dell’Apocalisse, sotto le braccia tese di un radioso Padre Eterno con cherubini su entrambi i lati e una colomba bianca che rappresenta lo Spirito Santo – la Santissima Trinità – come l’attrazione centrale. Alla loro destra, sono affiancati da una estatica Santa Vergine Maria seduta e un umile San Giuseppe con un bastone bianco, al suo fianco. Nell’angolo in basso, a sinistra del dipinto, San Giovanni Battista predica la venuta del Messia (Ecce Agnus Dei).
Nel frattempo, nella parte inferiore opposta domina San Paolo che portò il cristianesimo ai maltesi nel 60 d.C. Accanto, c’è una giovane donna tutta sottomessa, che rappresenta Malta, vestita con un normale abbigliamento femminile, con in mano uno stemma con la croce a otto punte dei cavalieri maltesi (per le otto beatitudini). Lei è inginocchiata – come in un atto di adorazione (simile a quello ai piedi del monumento a Cristo il Re di Antonio Sciortino a Floriana) – accanto a un angelo sovrastante che ha in mano un turibolo d’argento. Essa ci ricorda il XXIV Congresso Eucaristico Internazionale, tenutosi a Malta nell’aprile del 1913. Infatti la dedicazione della chiesa a Cristo Re fu ispirata da questo Congresso. Due delle tre pecore bianche, che simboleggiano i fedeli, bevono dall’acqua che scorre dai sette rami di un ruscello (che rappresentano i sette Sacramenti), tra il verde e le rocce nel terreno sottostante.
Tutte le figure, che sono state rese relativamente giovani di età, sono grandi e possono essere apprezzate appropriatamente dal profondo in basso, specialmente dallo spazio nella traversata. Il drappeggio dei vestiti che indossano le figure è colorato e riempie la composizione artistica con movimenti che soddisfano gli occhi e riempiono le menti con fascino e i cuori con gratificazione spirituale. Il dipinto fu inaugurato e benedetto alla sera del sabato 21 luglio, dopo la celebrazione di una Messa solenne. Il dipinto è sublime. Infatti, è un insieme di colori, bellezza e grandezza! Fornisce una sinossi di insegnamenti teologici e biblici e include un’illustrazione di due monumenti storici di Malta cattolica. Inoltre, è riconoscimento e credenza in Cristo Re – il Re dei re – l’unico e solo perfetto, giusto e sempre amorevole Re, che è assolutamente sovrano nella Sua autorità ed eterno nel Suo regno. È un dipinto che simboleggia la credenza indiscutibile del cristiano nel Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio … [in cui regno] non avrà fine (Lc 1,32-33). Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine. Per Cristo, il Re dell’universo e nostro Signore e Fratello. Amen.
di Fra Mario Attard