Riflessioni sull’ennesimo grave incidente sulla A18

Non ci sono parole per esprimere il dolore che prende tutti quando succedono simili disgrazie. Questa volta, il danno pare sia stato causato dalla perdita del gasolio da un camion, ma, considerate le condizioni in cui versa la A 18, possiamo aspettarci di tutto. Conoscono bene le anomalie e i dissesti che rendono pericoloso il tragitto Messina–Catania, quanti, per lavoro o per raggiungere l’aeroporto, percorrono quotidianamente un tratto abbandonato all’incuria da quanti, invischiati in difficoltà di ogni ordine e grado, avrebbero il dovere di porre rimedio con immediatezza. Un tratto dove frane, notevoli dissesti del manto stradale, segnaletica forse insufficiente, rendono evidente il pericolo. Come si può sopportare che una frana avvenuta nel lontano 2016 a Letojanni faccia ancora bella mostra di sé senza creare la giusta preoccupazione?

Come è possibile che ci si attivi per fare un lifting, per imbellettare un tratto, solo quando passa per le nostre contrade un personaggio politico che fa clamore? La gente comune vale zero? Quella gente può morire? Poniamoci queste domande e speriamo che qualcosa cambi, che qualcuno si attivi ancora di più per eliminare le criticità e ripristinare sicurezza e totale agibilità per l’intera rete autostradale. Appare utile evidenziare che denunciare le criticità è, senza dubbio, dovere anche della gente comune, che non deve arrendersi all’impotenza di fronte ai problemi demandando ad altri la tutela dei propri interessi. È dovere di chi opera nel mondo dell’informazione, di tutti i politici, di chi crede nel futuro, di chi tiene alla vita. Si riporta, per opportuna conoscenza, un breve resoconto dell’incidente.

Si è verificato alle due della notte scorsa ed è costato la vita a tre persone e costretto in ospedale sei feriti. Un risveglio doloroso per la nostra Città sul cui territorio è avvenuta la tragedia. Non ci sono parole di fronte a fatti così traumatici che hanno coinvolto tante persone. La causa del disastro un Tir che, durante il percorso Catania–Messina, ha perso tanto gasolio da inondare, letteralmente, il manto stradale all’altezza di Tremestieri. Pare che il conducente abbia perso il controllo del mezzo che è andato a pararsi di traverso sulla carreggiata impedendo, di fatto, il passaggio di un altro Tir che è piombato su una pattuglia della Polizia Stradale, giunta per recare soccorso, scagliando a 200 metri di distanza la loro auto. Il bilancio del disastro, come già evidenziato, tre morti, tra questi un agente di 55 anni, Angelo Spadaro di Giardini Naxos, quattro mezzi coinvolti in un maxi tamponamento i cui conducenti, scesi dall’auto, sono stati investiti dai mezzi che nel frattempo sopraggiungevano. A perdere la vita anche una anziana signora, Rita Biviera di 81 anni, che a bordo di una Fiata Panda stava facendo rientro nella sua Città e un operaio di 42 anni. Unico superstite, in tanta strage, un agente che si è salvato saltando in una scarpata. Macchinosa la dinamica dell’incidente su cui si sta indagando.

di Sergio Lanfranchi