100 Suore agostiniane festeggiano 125 anni a Malta

La suora più giovane ha 26 anni e la più anziana 95. Entrambe le suore, la domenica 13 ottobre, compievano il sogno di riunire le generazioni studentesche presenti e passate e le loro famiglie. Infatti, la congregazione agostiniana organizzò una celebrazione alla Scuola Santa Monika di Birkirkara per celebrare sia l’arrivo che la fondazione della congregazione a Malta ben 125 anni fa. Le suore agostiniane furono totalmente impegnate a fare i preparativi per l’attività per raggiungere la loro ambizione di riunire gli studenti presenti e passati che hanno frequentato le scuole della loro congregazione. Suor Celsina ha detto che aveva iniziato nel 1955 quando aveva 17 anni. Essa aveva molti studenti e li amava molto. Suor Atanasia ha detto che ora ha quasi 80 anni, ma è stata una superiora fenerale ovunque. Coloro che frequentano erano in grado di assaporare il cibo delizioso dalla loro cucina e anche vedere le suore in modo più positivo. Suor Marica ha detto che le suore avevano continuato con il carisma di Tereza Spinelli e quello delle sorelle che hanno aperto la prima scuola a Qormi. Suor Claudia ha detto di aver seguito una vita religiosa per 12 anni con bambini e giovani, mentre suor Rachel ritiene che questa è una vita di soddisfazione, felicità e amore.

In questo bellissimo anniversario, occorre ricordare le parole di Papa Francesco rivolti ai religiosi e religiose nel Giubileo della Vita Consacrata, lunedi 1 febbraio 2016, quando parlo sulla prossimità delle persone consacrate al popolo di Dio:La seconda parola che vi consegno è prossimità. Dio, in Gesù, si è fatto vicino ad ogni uomo e ogni donna: ha condiviso la gioia degli sposi a Cana di Galilea e l’angoscia della vedova di Nain; è entrato nella casa di Giairo toccata dalla morte e nella casa di Betania profumata di nardo; si è caricato delle malattie e delle sofferenze, fino a dare la sua vita in riscatto di tutti. Seguire Cristo vuol dire andare là dove Egli è andato; caricare su di sé, come buon Samaritano, il ferito che incontriamo lungo la strada; andare in cerca della pecora smarrita. Essere, come Gesù, vicini alla gente; condividere le loro gioie e i loro dolori; mostrare, con il nostro amore, il volto paterno di Dio e la carezza materna della Chiesa. Che nessuno mai vi senta lontani, distaccati, chiusi e perciò sterili. Ognuno di voi è chiamato a servire i fratelli, seguendo il proprio carisma: chi con la preghiera, chi con la catechesi, chi con l’insegnamento, chi con la cura dei malati o dei poveri, chi annunciando il Vangelo, chi compiendo le diverse opere di misericordia. Importante è non vivere per se stessi, come Gesù non ha vissuto per se stesso, ma per il Padre e per noi”.

di Fra Mario Attard