La passione per il turismo e il mare dell’Arcipelago delle Eolie, ecco in sintesi il titolo dell’intervista fatta all’imprenditore Augusto D’Albora, la curiosità di conoscere uomini che hanno saputo investire in Sicilia e, in particolare, nelle Isole Eolie è tanta. L’esperienza accumulata negli anni ha forgiato la bella figura di imprenditore, che cerca nuove sfide e opportunità di crescita mirate al turismo di qualità, senza mai trascurare le origini e la sua sicilianità. In questa intervista, ci siamo limitati a raccontare l’uomo D’Albora che, con passione e intraprendenza, mantiene alta la bandiera della Trinacria, l’Isola (con le Isole) che ha oltre il 50% del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico italiano.
Come si definisce Augusto D’Albora?
“Sono un comune imprenditore, che ha in più la concretezza, la passione per il fare e l’amore per la propria terra, sì, la mia terra, perché in molti amano la loro casa i loro luoghi, questo non basta, bisogna allargare gli orizzonti e operare per mantenerli integri nella loro bellezza”.
Quale formazione ha inciso nella sua crescita?
“Sicuramente l’ottima educazione familiare che mi ha accompagnato nei miei studi, poi la formazione militare iniziata nel Corpo dei Granatieri di Sardegna e nel corpo dei Corazzieri. Nell’ambiente militare, sono riuscito a maturare il senso della disciplina, della responsabilità e l’amore verso la patria”.
La sua esperienza universitaria dove inizia?
“Inizia a Messina presso la facoltà di Scienze Politiche e poi in Scienze ed Economia del Turismo a Napoli; sono seguiti dei master alla Bocconi di Milano, assieme ad altri master e diplomi, come quello di Addetto stampa, Comunicatore d’impresa e in Marketing turistico, oltre allo studio delle lingue straniere”
La sua esperienza lavorativa come nasce?
“Da giovane, sono riuscito a coniugare lo studio e il lavoro, prestando la mia opera in Italia e all’estero in grosse catene alberghiere e di ristorazione”.
Lei oggi di cosa si occupa?
“In particolare, di turismo, sono manager di un’importante e storica azienda alberghiera di Lipari e, oggi, anche di una nuova azienda nautica che si occupa di trasferimenti, collegamenti ed escursioni per le Isole Eolie; una novità importante che mancava e che mira ad accorciare le distanze, potete consultare il sito http://www.augustusflymarine.com, per conoscere meglio l’offerta”.
Come vive il sociale nella sua Lipari?
“Come tutti gli isolani dò il mio contributo, infatti, sono componente della Federalberghi delle Isole Eolie, socio del Rotary Club Arcipelago Eoliano, responsabile dei Gommonauti Eoliani e socio della Lega Navale”.
Lei cosa si augura?
“Mi auguro di arrivare ad abbattere l’insularità siciliana con l’unione della Sicilia al resto d’Italia, sogno il ponte sullo Stretto, per accorciare le distanze e, quindi, rendere agevoli i flussi nell’hinterland e verso le Isole Eolie. In Sicilia, e, in particolare alle Eolie, ci sentiamo nella periferia dell’impero, questa sensazione potrebbe essere eliminata con la realizzazione di un aeroporto internazionale nella piana di Milazzo e un piccolo aeroporto alle Isole Eolie coadiuvato da aerei anfibi (idrovolanti), che usufruirebbero degli stessi aeroporti in essere. Il tutto previsto come da piano regionale trasporti della regione Sicilia. Infatti, gli aeroporti porterebbero facilità di movimento e ricchezza, essendo l’unica città metropolitana a non averlo e tutti noi operatori turistici dell’arcipelago e dell’area tirrenica, grazie alla politica del non fare, ne stiamo pagando a caro prezzo le conseguenze.Inoltre un’altra infrastruttura importante è la realizzazione finale del nostro amato porto dove proprio la nautica si unisce al turismo con un binomio perfetto, migliorando non solo l’aspetto estetico ed urbanistico ma la qualità della vita di tutti noi. Per non parlare delle nostre antiche Terme di S. Calogero che potrebbero essere un altro volano turistico internazionale. Per concludere ritengo, che solo quando attueremo una politica turistica più seria ed attenta ai territori con forte senso di responsabilità con serie programmazioni ed in una difesa anche ecologica, solo allora saremo in grado di presentarci a testa alta e poter avere potere contrattuale nei mercati emergenti”.
di Domenico Interdonato