UCSI Sicilia – Intervista a Iman Sadeq ‘Il Ramadan al tempo del Covid19’

La pandemia non fermerà il dialogo interreligioso, dopo la nostra Santa Pasqua trascorsa dentro le mura domestiche, con la vicinanza e gli auguri della comunità islamica, da giornalista cattolico impegnato nel dialogo interreligioso, ho pensato di intervistare Iman Sadeq, all’inizio del Ramadan. Iman è una laureanda in giurisprudenza, bella figura di donna, mediatrice culturale, impegnata nel mondo della cultura, comunicazione e rappresentante della comunità islamica messinese.

Iman inizia il Ramadan, cosa pensa di questo momento drammatico?

Questo è un momento storico molto triste. Siamo giunti alla ricorrenza, per eccellenza, della nostra religione: il Ramadan. Il destino ha voluto che sia i cristiani che i musulmani vivessero la Pasqua e il mese di digiuno del Ramadan segnati da un velo di incertezza e da un vento che ha soffiato via tutte le nostre abitudini, l’abbandono della socialità assieme alla preghiera condivisa, con l’obbligo di restare nella propria casa e con il divieto di potersi ritrovare”.

Questo momento difficile sta creando fratellanza?

Cristiani e musulmani si son riconosciuti più fratelli che mai, accomunati dalla sensibilità di questi tempi, stanno vivendo le loro festività come momento di vicinanza e condivisione, distanti, ma vicini con le preghiere e invocazioni. Le preghiere possono essere elevate in maniera diversa, secondo il proprio rito e credo, ma sono unite e indirizzate all’unico Dio e alla vita delle persone, grande gesto che avvicina a Dio-Allah”.

Come sarà questo Ramadan?

Il Ramadan lo faremo diversamente: non sarà il solito mese dell’unione fisica e spirituale con conoscenti, amici, parenti e vicini, lo passeremo anche noi nelle nostre case chiusi tra le mura domestiche. Come la vostra Pasqua, credo che alla base delle occasioni religiose, ci sia prima di tutto la spiritualità e oggi ancora di più, c’è il desiderio di tutti perché questo momento passi in fretta”.

Sarà, comunque, un momento intenso di preghiera?

Possa il desiderio trasformarsi in preghiera e la preghiera diventare spazio fraterno di accoglienza l’uno per l’altro. Spero che siano tempi utilizzati da tutti noi per rinascere e rivivere i valori, spesso dimenticati. Sfruttiamo questa ‘reclusione’ per aprire i cuori e le menti, per riuscire a vivere il tempo dell’isolamento, come spazio e ritrovare il segno della presenza di Dio-Allah dentro di noi e con il Suo aiuto, far risplendere la luce della speranza, per attivarci nel dono reciproco, nella responsabilità e nella cura verso il creato e verso l’umanità”.

Vuole lasciare un suo pensiero a quanti stanno soffrendo?

Colgo l’occasione per poter esprimere il mio più sentito cordoglio a chi vive il dolore della perdita e della malattia, nonché la vicinanza agli operatori impegnati nella cura e nel contenimento della pandemia. ‘Voi non abbiate paura!’ [Vangelo di Matteo 28,5]; ‘Dio fa seguire alla difficoltà la facilità’ [Corano 65:7]. Quando tutto sarà finito, daremo maggior valore a cose che sembravano scontate… perché solo ora ne abbiamo capito il vero valore”.

di Domenico Interdonato