L’obiezione di coscienza al servizio militare dei Testimoni di Geova

Un prezzo altissimo per il loro NO alle armi è stato pagato dai Testimoni di Geova nel corso dei decenni passati. Oggi, la giurisprudenza internazionale riconosce l’obiezione di coscienza al servizio militare come uno dei diritti umani fondamentali, ma non è stato sempre così. I Testimoni di Geova hanno sempre ritenuto il servizio militare incompatibile con la loro religione. Secondo uno studio, basato sulle testimonianze di chi ha praticato l’obiezione di coscienza prima che questa fosse consentita dalla legge, è emerso che tra i Testimoni di Geova italiani, attualmente in vita, almeno 14.180 hanno dovuto scontare una condanna per aver rifiutato di prestare servizio militare. Ciò avvenne in larga parte tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli anni ‘90. In totale, i partecipanti al sondaggio hanno trascorso in carcere 9.732 anni.

I Testimoni di Geova costituironola stragrande maggioranza dei giovani incarcerati per essersi rifiutati di svolgere il servizio militare”, commenta lo storico Sergio Albesano. “Con la loro massiccia adesione al rifiuto di entrare nelle fila dell’esercito, di fatto crearono un caso politico e aiutarono a portare il problema all’attenzione dell’opinione pubblica”. La posizione assunta dai Testimoni obiettori di coscienza colpì anche l’ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti che, nel 1983, scrisse: “Negli anni Sessanta, quando ero alla Difesa, volli rendermi conto del fenomeno, che andava moltiplicandosi, delle obiezioni militari di coscienza da parte di giovani appartenenti ai Testimoni di Geova. Mi colpì, parlando con loro uno a uno nel carcere di Forte Boccea, l’evidente ispirazione religiosa e l’estraneità da qualsiasi speculazione politica; non a caso, si sottoponevano ad anni di prigione continuando nel rifiuto di indossare la divisa”. Anche il contributo di quegli obiettori spinse, dunque, le autorità ad approvare, dopo anni di discussioni e rinvii, una legge che sanciva, nel 1998, il pieno riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza. Il servizio di leva obbligatorio venne, poi, sospeso nel 2005. Il giurista Sergio Lariccia rileva: “Oggi, l’obiezione di coscienza è inclusa tra i diritti inalienabili dell’uomo e, sebbene le sue origini culturali siano anche religiose, ciò che è stato conquistato ha recato benefici a tutti. Abbiamo un debito di riconoscenza verso coloro che hanno contribuito con la loro vita anche alle garanzie delle nostre libertà”.