È trascorso quasi un ventennio dal 2001, quando una suggestiva eruzione dell’Etna ha accompagnato la proiezione al Teatro Antico dell’anteprima di Apocalypse Now Redux, presentata al pubblico festivaliero dal suo straordinario autore della Fotografia. E dopo il debutto italiano di A Rose in Winter, di Joshua Sinclair, alla 65ª Edizione, il festival – diretto da Leo Gullotta con la Selezione, diretta da Francesco Calogero, prodotto e organizzato da Videobank S.p.A. su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia – è lieto di festeggiare gli ottant’anni di Vittorio Storaro e i primi cinquant’anni di attività del maestro che per venticinque ha fregiato, con l’impareggiabile e sapiente potenza delle sue immagini, anche i film di Bernardo Bertolucci e quelli di Francis Ford Coppola, Warren Beatty, Carlos Saura e Woody Allen (Cafè Society, La Ruota delle Meraviglie e Un giorno di pioggia a New York).
La stella di Vittorio Storaro è, ormai da mezzo secolo, una delle più luminose della cinematografia internazionale e ha scritto con la luce grandi successi italiani e planetari, conquistando ben tre Academy Awards per Apocalypse Now (1980), Reds (1982) e L’ultimo imperatore (1988). Con la sua arte, ha palesato le verità dell’erotismo di un appartamento vuoto e di Ultimo tango a Passy, ha restituito con raffinata eleganza figurativa il ballo in maschera del fascismo ne Il conformista, ha narrato l’epopea italica della lotta di classe in Novecento, ha descritto la parabola discendente dell’imperatore Pu Yi dal buio della nevrosi alla luce della quotidianità, ha illuminato il cranio rasato di Marlon Brando nell’apocalisse dell’imperialismo americano a Saigon, ha trasformato il deserto in cui si perdono John Malkovich e Debra Winger in un luogo dell’anima così come la ruota di Coney Island in un caleidoscopio per Woody Allen. Storaro, che è stato insignito del Nastro d’oro, ha vinto, tra gli altri riconoscimenti, anche un BAFTA, un Grand prix tecnico a Cannes, un Premio Goya, un David di Donatello, sette Nastri d’argento e un Globo d’oro. Il 66° Taormina FilmFest lo vedrà protagonista della cerimonia di chiusura al Teatro Antico il 19 luglio prossimo, in occasione della quale riceverà il Cariddi d’Oro alla Carriera per aver illustrato l’arte cinematografica con l’insieme della sua opera e per aver saputo incarnare al meglio le esigenze espressive dei prestigiosi autori con i quali ha, frequentemente, collaborato, apportando un personale contributo tecnico ed estetico-figurativo alla creazione luministica dell’immagine sul grande schermo.