Intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio è una condizione che si stima colpisca almeno il 40% degli italiani e che fa sì che l’organismo non riesca a digerire completamente il lattosio, uno zucchero presente nel latte e in alcuni prodotti caseari. I derivati del latte, però, sono anche alimenti ricchi di calcio, un nutriente necessario da assumere per la salute dell’organismo. La dottoressa Federica Furfaro, gastroenterologa di Humanitas, spiega attraverso quali alimenti è possibile integrare il calcio nel caso di intolleranza al lattosio.

Il calcio

Il calcio è un minerale (il più diffuso all’interno dell’organismo) che si trova quasi tutto nelle ossa, dove viene immagazzinato sotto forma di carbonato. Questo minerale ha un ruolo fondamentale nella crescita di ossa e denti, ma è importante anche per la salute negli anni successivi alla maturità: le ossa, infatti, si rinnovano di continuo, seppure il metabolismo dell’osso si modifichi con l’avanzare dell’età”.

Quanto calcio bisogna assumere ogni giorno?

Il fabbisogno giornaliero di calcio è circa di 800 mg, ma si tratta di una cifra indicativa che può variare in base al soggetto: per esempio le donne in gravidanza o in fase di allattamento, necessitano di una maggiore quantità di calcio. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che per assorbire il calcio l’organismo necessita di vitamina D, che si ottiene principalmente con l’esposizione ai raggi solari, in grado di promuovere nell’organismo la sintesi di questa vitamina”.

Gli alimenti che contengono calcio

Il calcio non è presente solamente nel latte e derivati. Innanzitutto, è possibile assumerne con l’idratazione giornaliera, bevendo acque effervescenti naturali ad alto contenuto di calcio. Ne sono ricchi, inoltre, alcuni tipi di verdure a foglia verde, come il cavolo cinese, il cavolo riccio e i broccoli. Altre sorgenti di calcio sono le mandorle, il sesamo (che si può assumere in semi o come tahina), la soia e gli altri legumi secchi, e diverse specie di pesce e molluschi, come le sardine, le vongole e le cozze. Infine, anche aromi come prezzemolo, rucola e salvia possono rappresentare una fonte per l’assunzione di calcio”.

Le alternative a latte e lattosio

Innanzitutto, va specificato che l’intolleranza al lattosio non rende necessario eliminare tutti i derivati del latte. Anche se i formaggi morbidi e freschi vanno eliminati, formaggi più stagionati, come per esempio il formaggio grana, il provolone e il pecorino, nelle intolleranze non gravi sono tollerati; il processo che porta alla stagionatura, infatti, provoca anche una riduzione del lattosio, che nel prodotto finale è, quindi, presente in quantitativi nulli o, comunque, molto bassi. Per chi non vuole rinunciare del tutto al latte e derivati, inoltre, esistono dei latti delattosati ovvero privi di lattosio e anche formaggi arricchiti con il Lactobacillus acidophilus, un batterio capace di digerire il lattosio. Per coloro la cui intolleranza al lattosio deriva dalla mancanza di lattasi, esistono formaggi che lo contengono o che presentano lattosio predigerito. Un’altra soluzione, infatti, è rappresentata dall’assunzione di enzimi contenenti lattasi prima del pasto in cui si sa che verrà assunto del lattosio”.

Problemi nell’assunzione di calcio: mancanza e esubero

La mancanza di calcio (ipocalcemia) non è detto che si manifesti nel breve termine; alcuni sintomi con cui può presentarsi sono pizzicore e torpore delle dita, crampi muscolari, convulsioni, assopimento, scarso appetito e battito cardiaco irregolare. Se protratta a lungo senza una cura, però, può essere la causa di patologie più gravi, come l’osteopenia e l’osteoporosi (e in alcuni casi più rari rachitismo), con la conseguente maggior probabilità di incorrere in fratture ossee. Anche l’eccesso di calcio (ipercalcemia), però, può essere problematico e diventare la fonte di patologie come l’insufficienza renale, la calcificazione di vasi sanguigni e dei tessuti molli, l’aumento del calcio nelle urine e lo sviluppo di calcoli renali, oltre che provocare stitichezza e essere di intralcio nell’assimilazione del ferro e dello zinco. Per queste ragioni, prima di praticare importanti modifiche della dieta, è importante valutare il proprio fabbisogno di calcio con uno specialista”.