Da antichissima data, Rometta ha professato un grande culto a san Cono, il protettore di Naso, tanto da intitolargli un villaggio e due chiese. Tale culto s’incrementò nel 1500, quando infierì la peste in Sicilia che, a Messina, mieté tante vittime. Il popolo romettese, impaurito dal tremendo morbo, ricordandosi che i nasitani sperimentarono l’efficace patrocinio del santo, con unanime slancio di Fede, ricorsero al suo aiuto. Il magistrato della città fece il voto al santo di erigere due chiese in suo onore, se l’avesse salvata dalla peste. Esaudito il voto, sorsero i due luoghi sacri, uno a villaggio San Cono e l’altro a villaggio Sant’Andrea (detto Santuccio), dove fu posta una bella tela sull’altare maggiore che si ammira tutt’ora insieme all’effigie della Madonna posta tra san Cono e sant’Andrea. In solenne attestato di gratitudine, ogni anno, si festeggiava il santo, con grande fervore, il primo settembre in tutte due le chiese. Nel villaggio omonimo, si ebbero pure, nei tempi andati, dei festeggiamenti esterni di cui ancora esiste la fiera annuale.
Per interessamento di mio padre, di venerata memoria, negli anni in cui ha retto l’Ufficio del Registro di Naso e con l’entusiastica collaborazione dell’indimenticabile arciprete, mons. Antonino Portale, tanto amato dai nasitani, hanno intitolato in suo onore il sagrato della matrice e si è cercato di ripristinare, nella bella e storica cittadina di Rometta, l’antico culto per il santo che tanto fu benefico nelle pubbliche e private calamità. Egli guarì, inoltre, da un male gravissimo all’orecchio (un tumore), il famoso e illustre romettese Mario Giurba, che aveva una grande devozione per il santo. È cosa buona e giusta far rivivere le tradizioni e le memorie di un passato che fu animato da una Fede sincera e profonda di cui, oggi, si sente tanto bisogno.
di Alfonso Saya