Il Siciliano, la nostra lingua, è più che mai vivo e non perderà il suo retroterra culturale, la sua identità. Il nostro dialetto è uno strumento di comunicazione e di creazione artistica. Pirandello affermava che la lingua bisogna studiarla dall’interno, le parole sono larve da riempire e lo scrittore le riempie del senso che ha dentro di sé. Nel nostro dialetto, vi è tanta ricchezza di frasi che è un’impresa disperata voler tradurre in italiano, tanta è la loro efficacia di colorito. Con l’opera di Pirandello, si può parlare di universalità del dialetto siciliano. La nostra Sicilia ha da tutelare un immenso patrimonio letterario. La poesia siciliana ha avuto espressioni superbe, basti pensare a Teocrito, alla Scuola poetica siciliana che ha dato linfa alla lirica italiana ed è stato il primo tentativo di lingua nazionale. Ciò dimostra l’influenza del nostro dialetto nella formazione della lingua italiana, superiore al toscano, fino ai nostri giorni. Basta pensare a Meli, Micio Tempio, Martoglio, Buttitta. Nonostante i vecchi e i nuovi detrattori, il nostro dialetto ha avuto uno svolgimento parallelo a quello della lingua nazionale e trova, ora, una rivalsa in campo artistico, continuando a interessare e ad appassionare.
Tra la lingua italiana e il dialetto siciliano, vi deve essere un rapporto di interdipendenza, l’una non può esistere senza l’altro, poiché vi è un processo di reciproco arricchimento. Lo studio del dialetto dovrebbe essere obbligatorio nelle Scuole perché la lingua italiana si sta inaridendo. Basti confrontare la ricchezza di espressione dei ragazzi che parlano in dialetto perché esprimono, con immediatezza, i loro sentimenti e la povertà e la perdita di efficacia quando li traducono nella lingua italiana. La poesia siciliana è più espressiva e più immediata e, tradotta in italiano, perde di efficacia. Il nostro dialetto o, meglio, la nostra lingua ha una carica emotiva ed espressiva che non ha la lingua di Dante. Dialettalità significa – ripeto – essenzialità dell’espressione, solarità e sonorità. La lingua di Girgenti per Pirandello è la più lirica e, a proposito, ha discusso a Bonn la sua tesi di laurea. Il regista Camilleri parlava di universalità della lingua siciliana e di una ‘quasi nuova’ Scuola Poetica Siciliana.
di Alfonso Saya