Nella vita straordinaria di Mamma Nina che, sebbene mamma di numerosi figli, volle estendere la sua maternità a centinaia di bimbe abbandonate, salvandole dalla perdizione e assicurando loro un avvenire, mi ha colpito un episodio che rivela la sua figura esemplare. Si era nel luglio del 1943, Benito Mussolini si trova, per caso, a Carpi (Modena) e gli parlano di Mamma Nina e della Casa della Divina Provvidenza da lei fondata per le bimbe orfane ed abbandonate. Il Duce, come ispirato, decide di far visita a Mamma Nina che lo accoglie circondata da tutte le sue figliole. A tale visita, il Duce rimane impressionato e le chiede come riesce a procurarsi i mezzi per mandare avanti la casa. Mamma Nina, subito, risponde: “Eccellenza, venga con me e le mostrerò il segreto”. Conduce, quindi, l’illustre ospite, nella Cappella della Casa, gli indica il Tabernacolo e dice, col tono più naturale di questo mondo: “Ecco, eccellenza, il mio segreto!”. Gli parla poi, con tanto fervore, di Dio e della sua infinita Misericordia e lo assicura che avrebbe pregato per lui e per la sua famiglia.
Il Duce, commosso, le dona un assegno di 100 mila lire per le sue orfanelle e Mamma Nina un Crocifisso che aveva ricevuto in dono, da Padre Pio. Il Duce va via come trasfigurato. Quella visita è stata il tocco della Grazia. Il Crocifisso, difatti, insieme alla vita di Cristo del Ricciotti, gli fu visto nella solitudine di Campo Imperatore e della Repubblica Sociale italiana. Oh! Ineffabile Mistero della Provvidenza si potrebbe esclamare! Il Dio che “atterra e suscita, che affanna e che consola”, si posò accanto a lui, in quelle drammatiche giornate e gli ha dato forza! Il Dittatore, per la prima volta, si trovò al cospetto del Trascendente e dell’enorme mistero della vita! La “Provvida Sventura lo ha avviato ai Campi eterni, pei floridi sentier della Speranza, dov’è silenzio e tenebre la gloria che passò!”. Il Crocifisso di Mamma Nina e benedetto da Padre Pio, che ha pregato per lui, è stato, dunque, il Viatico che ha confortato il Capo del Fascismo, nelle ore drammatiche ed angosciose che precedettero la sua tragica fine.
di Alfonso Saya