In libreria due volumi su don Puglisi nel trentennale dell’omicidio

In libreria, per Rizzoli due volumi dedicati a don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia a Brancaccio il 15 settembre del 1993 e beatificato come martire nel 2013. In occasione del trentennale del delitto e dei dieci anni dalla beatificazione, vengono pubblicate nella collana BUR la biografia “Pino Puglisi – il prete che fece tremare la mafia con un sorriso” (prefazione di don Luigi Ciotti) e la prima raccolta degli scritti commentati e divisi per tema dal titolo “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” (prefazione dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice). Autore di entrambi i volumi è il giornalista Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia, che ha conosciuto personalmente, per 15 anni, don Pino Puglisi dai banchi del liceo agli anni di Brancaccio. Deliziosi ha anche collaborato con il postulatore della Causa, mons. Vincenzo Bertolone, fino al riconoscimento del martirio da parte della Chiesa. I due volumi insieme sono l’opera più completa sul sacerdote e sono ricchissimi di testimonianze e documenti inediti che consentono di ricostruire non solo gli anni di Brancaccio, ma anche la formazione e le esperienze precedenti del sacerdote. Per la prima volta, raccolti in modo organico lettere, appunti, registrazioni di omelie e conferenze con una accurata e meticolosa ricerca, un viaggio nella memoria, arricchito anche dalla testimonianza diretta dell’autore e degli amici del sacerdote.

Tra gli inediti, c’è l’ultimo documento scritto che risale ad appena 20 giorni prima dell’omicidio. Don Pino parla proprio del martirio: il sacerdote era, infatti, sotto l’incubo delle minacce di morte e delle violente aggressioni che aveva già subito. Non a caso ai suoi assassini disse con l’ultimo sorriso: “Me l’aspettavo”. E ancora: ci sono anche le relazioni tenute dal sacerdote nei ‘campi scuola’ per i giovani, frutto di trascrizioni dalle audio-cassette dell’epoca. Particolarmente significative quelle sulle beatitudini. Da ‘beati i poveri’ a ‘beati i perseguitati a causa della giustizia’, in cui emerge la missione d’amore che padre Puglisi sentiva tra gli ultimi della società e del quartiere Brancaccio. Inoltre, nel libro, per la prima volta, viene pubblicato per intero il testo della conferenza “Mafia e chiesa: la cultura dell’amore contro la cultura del malaffare”, che contiene la sua frase più famosa: “E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto” che dà il titolo al libro.