In questi giorni, in convento il Signore mi ha dato la grazia di partecipare in discorsi molti edificanti sul famoso cardinale Anastasio Alberto Ballestrero. Ricordo un famoso predicatore, padre Clemente Azzopardi OCD, che a Malta lo menzionò spesso durante le sue bellissime e attesissime prediche dei ritiri che fece a noi frati cappuccini a Malta. Ma chi è questo bravissimo cardinale? Egli nacque a Genova il 3 ottobre 1913. Lui era il primo di cinque figli di Giacomo Ballestrero e Antonietta Daffunchio. Anastasio Alberto Ballestrero era membro dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Fu ordinato sacerdote il 6 giugno 1936. Egli partecipò con una attiva e fruttuosa partecipazione nel Concilio Vaticano II nel ruolo di superiore generale dei Carmelitani. Infatti, egli era in questa missione dal 1955 fino al 1967. Poi, il 21 dicembre 1973 fu scelto come arcivescovo di Bari e Canosa. Mons. Anastasio Alberto Ballestrero ricevette la consacrazione episcopale proprio il 2 febbraio 1974. L’anno 1975 fu importante nella sua missione come predicatore. Infatti, in questo anno, mons. Ballestrero predicò gli esercizi spirituali al papa san Paolo VI e alla Curia vaticana. L’1 agosto 1977, Ballestero fu chiamato a guidare l’Arcidiocesi di Torino dopo il cardinale Michele Pellegrino. Due anni dopo, il papa polacco san Giovanni Paolo II lo elevò al rango di cardinale nel Concistoro del 30 giugno 1979. La preziosissima contribuzione pastorale del cardinale Ballestrero venne apprezzata quando dal 1979 fino al 1985 fu presidente della Conferenza episcopale italiana. Il 5 febbraio 1980, ufficializzò la Costituzione della Caritas diocesana torinese dopo un periodo sperimentale, durante il quale era stata alla cura dell’ing. Giorgio Ceragioli. In quell’occasione, il cardinale Ballestrero nominò direttore don Piero Giacobbo, il quale nel 1986 venne sostituito nella guida della Caritas dal sacerdote don Sergio Baravalle.
La sua importante contribuzione attraverso le sue lettere pastorali e i due convegni ecclesiali diocesani, che si tennero durante il suo episcopato (Evangelizzazione e promozione umana e Sulle strade della riconciliazione), ebbero una impressionante impronta sul cammino della Chiesa torinese a quell’epoca. Il 14 novembre 1983, in seguito della decisione dell’ex re d’Italia Umberto II di donarla alla Chiesa cattolica, fu nominato custode della Santa Sindone; in tale veste, rese note le risultanze degli esami effettuati sulla reliquia con il metodo del carbonio-14. Il 31 gennaio 1989, il cardinale Ballestrero lasciò l’incarico di arcivescovo di Torino. Egli morì a Bocca di Magra, nella casa di spiritualità carmelitana, dove si era ritirato il 21 giugno 1998 all’età di 84 anni. Lo seppellirono nella cripta dell’eremo del Deserto di Varazze. Fu nel febbraio del 2014 che la Conferenza episcopale del Piemonte decise di iniziare il percorso per la causa della sua beatificazione. La saggezza che il Signore donò al cardinale Ballestrero è davvero pratica. Sulla positività egli disse: “Se si diventa pessimista per cinque minuti, sono cinque minuti persi”. Per lui, la vera presenza è quella di Dio. Rifletté: “La presenza più reale nella nostra vita è il Signore”. Sulla nostra vera dignità, Ballestrero disse: “La nostra dignità di creature umane è di essere immagine di Dio”. Riguardando il vero amore questo bravissimo pastore delle anime disse: “Chi ama vuole il bene, il vero bene della persona che ama”. Questo fa un senso perfetto perché, come diceva esattamente lui, “un cuore colmo di amore non fa male a coloro che ama”.
L’autore della nostra dignità è lo Spirito Santo. Insegna il cardinale Ballestrero: “Il Signore è Spirito e creandoci ci ha partecipato la dignità di quello che Lui è”. Cristo salvaguarda la nostra dignità con la sua costante presenza. Disse Ballestrero: “Cristo è con noi tutti i giorni, sino alla fine del Mondo”. La presenza sia dello Spirito e anche di Gesù in e con noi ci ricorda l’origine divina del nostro essere. Spiega il cardinale: “Siamo fatti per Dio e abbiamo dentro di noi un fermento divino che supera tutto: tempo, spazio, materia”. Ovviamente, tutto ciò ha le sue conseguenze sul perdono che riceviamo da Dio. Sottolineò Ballestrero: “Il Signore ha condizionato il suo perdono per noi a quello che noi stessi sapremo offrire al nostro prossimo”. Accettarsi de essere salvati gratis è un grandissimo atto di umiltà. Dice il cardinale: “C’è sempre dentro di noi la tentazione di non accettare di essere salvati gratuitamente”. Se questa è la realtà perché pretendiamo tanto quando tutto ci è stato donato gratis da Dio? Risponde saggiamente Ballestrero: “Siamo più consapevoli di ciò che ci è dovuto che di ciò che gratuitamente riceviamo”. La carità è la via sicura da ogni pretesa. Avverte il cardinale: “Il Signore Gesù mi vuole accanto a lui nella parte del buon samaritano”. Il cardinale Ballestrero dava sempre la priorità alla preghiera. Diceva: “La preghiera è da sempre il grido dell’uomo verso Dio”. Nella sua spiritualità, sottolineava tanto il fatto che, nel nostro rapporto con Dio, noi siamo i suoi figli. Osservava: “Nessuno si sente tanto profondamente servo e creatura di Dio quanto chi gli è profondamente figlio”.
La chiave per interiorizzare la Parola di Nostro Signore è la fede semplice. Insisteva Ballestrero: “Accettiamo con la fede dei semplici la Parola di Dio che ci illumina”. La Parola va nutrita con il preziosissimo silenzio. Insegnava: “Nella misura in cui si cerca Dio bisogna cercare il raccoglimento”. E anche: “È nel silenzio che parla il Signore e le sue parole diventano limpide, trasparenti, luminose”. L’attuale vita quotidiana è un’ottima piattaforma benedetta verso l’eternità. Diceva: “La vita presente è spazio di beatitudine nella misura in cui si radica l’eternità”. La fedeltà a Dio dà la vera gioia. Confessava: “Oggi, debbo essere felice. E lo sono veramente se sono fedele al disegno di Dio”. La fede autentica rischia come quella fede efficace di Maria. Il cardinale Ballestrero ci invita ad avere sempre questa tale fede. “Il consenso dato da Maria ad essere la Madre di Dio è richiesto e dato nel rischio della fede”. Infine, in referenza sul tema dell’aborto, il cardinale coraggioso una volta dichiarò che la Chiesa non deve mai rinunciare alla sua missione di evangelizzazione ed educazione della coscienza umana. Che grande grazia avere persone come lui nel mondo e nella Chiesa di oggi, loro sanno essere interlocutori di pace e di saggezza per tutti! Cardinale Anastasio Alberto Ballestero, prega per noi!
di Fra Mario Attard