La strategica e imponente struttura, che si protende nella penisola milazzese verso le Isole Eolie e che sorge sulla sommità del borgo antico, rappresenta non solo il più grande castello della Sicilia, ma uno dei complessi fortificati più grandi d’Europa e la sua estensione è di oltre sette ettari di superficie e circa quattordicimila metri quadri coperti. Le varie fasi storiche fanno sì che, in periodi distinti, vengano edificati agglomerati urbani di epoca medievale, che sono ancora visibili negli scavi, e che la fortificazione racchiuda, tra le mura, il castello che fu abbandonato nel 1860, dopo la conquista di Garibaldi, dall’esercito borbonico che ne aveva il presidio, divenendone carcere, in epoca successiva al periodo garibaldino, dal 1880 al 1959.
Soltanto, dopo un lungo periodo di abbandono e incuria, tra il 1991 e il 2002, e tra il 2008 e il 2010, il complesso è stato oggetto di due importanti restauri. Ancora visibili alcuni resti della Chiesa dell’Annunziata, che non consentono, allo stato attuale, di fare alcuna ragionevole ipotesi sull’assetto dell’edificio religioso. All’interno della fortificazione, sorge un ex convento di monache benedettine del SS. Salvatore, che lo lasciarono, nel 1734. Oggi, l’edificio accoglie mostre artistico-culturali ed un laboratorio della lavorazione del cuoio con tecniche antiche. Una magnifica immersione nella storia antica, a stretto contatto con un verde lussureggiante e incontaminato, con lo sfondo del Mar Tirreno in collisione con il cielo azzurro, di sicuro è stata una giornata da non dimenticare, che consiglio a tutti coloro si rechino nella splendida e storica cittadina di Milazzo, meta turistica per eccellenza, che purtroppo è stata defraudata da una raffineria che non avrebbe mai dovuto esistere.
di Lally Famà