Messina filatelica fin dagli anni ‘20

Messina, nei tempi passati, fu cenacolo di numerosi amanti della filatelia, che coltivarono questo hobby con grande entusiasmo. Ricordiamo, tra i molti cultori di questa materia, Vincenzo Pispisa, Gaetano Panzera, Vincenzo Altavilla e Vincenzo Arnò. Quest’ultimo, noto magistrato, nato nel 1902 e morto nel 1967, cominciò a raccogliere i primi esemplari intorno al 1909, linguettati e provenienti in particolare, dalla Francia, dalle colonie e dai territori d’oltremare. Pian piano tanti altri collezionisti si unirono al gruppo iniziale, approfondendo le loro conoscenze nella geografia e nelle lingue straniere, soprattutto francese, tedesco ed esperanto. Quest’ultimo idioma, ormai dimenticato, creato artificialmente nella seconda metà dell’ottocento dal polacco Zamenhof, aveva delle caratteristiche di duttilità, con il suo alfabeto di 28 lettere, una pronunzia ed un’ortografia semplificata tali da farlo considerare da quei filatelici dei primi del novecento, uno strumento indispensabile per la comunicazione con i corrispondenti esteri.

Esaminando i carteggi di alcuni di quei collezionisti, abbiamo potuto notare studi ed esercizi in esperanto, nonché un buon numero di lettere scritte in quella lingua. Quanto al tipo di materiale collezionato, accanto ai francobolli nuovi e bollati c’era una gran quantità di maximum, cioè di cartoline illustrate che riproducevano medesimo soggetto di un determinato francobollo il quale veniva applicato sulla cartolina stessa dalla parte dell’illustrazione e quindi annullato con un timbro postale di una località o di una manifestazione in rapporto con il soggetto del francobollo. Ritornando a Vincenzo Arnò, ricordiamo la sua grande capacità di tenere contatti con i collezionisti di tutta l’Europa, dell’America del sud e dell’Oceania. Chino su quei pezzetti di carta colorati, che per lui rappresentavano un messaggio dal mondo, egli seppe trasmettere il suo entusiasmo a tanti giovani messinesi che in breve, alla metà degli anni venti dello scorso secolo, costituirono in città un primo sodalizio stabile.

di Pina Asta