Vi è un tesoro, un gioiello d’Arte, di Fede e di Storia salvato, nelle sue antiche e proprie caratteristiche, dal terremoto del 1908: la Chiesa dello Spirito Santo. È stata restaurata e aperta al culto, con ‘amorosa sollecitudine’, il 29 giugno del 1938, dall’indimenticabile arciv. mons. Angelo Paino. Ho letto la cronaca di quel giorno e mi sono caricato di Fede e dell’orgoglio di essere messinese, perché ho ‘l’idem sentire’ dei nostri padri, ho il senso di appartenenza alla nobile nostra città. È stato, davvero, un giorno trionfale e mi ha colpito molto il discorso ‘caldo e affascinante’, nonostante la sua fievole voce, del presule che mi piace riportare, nelle sue linee essenziali; un discorso che è un ‘Inno’ alla gigantesca figura di sant’Annibale Maria Di Francia. Sessant’anni orsono, prostrato a quest’Altare, il canonico Di Francia veniva consacrato sacerdote dell’Altissimo. Immagino di vederlo quel giovane gracile ed esile, con la mente assorta completamente in Dio, prostrarsi dinanzi al suo Pastore, per fare completa dedizione di tutto se stesso a Dio e agli uomini.
Se i messinesi avessero potuto udire i palpiti del suo cuore e leggere nella sua grande anima, avrebbero udito queste fatidiche parole: “Dammi, Signore, orfanelli e orfanelle degne della tua grazia e del tuo amore!”. E se, ancora, il popolo avesse potuto prevedere l’avvenire di quel chierico che di sé avrebbe fatto parlare l’Italia e il mondo, senza dubbio l’avrebbe salutato con l’unanime appello di padre degli orfani. Tale egli fu, veramente, perché curò il derelitto e la derelitta, come l’uomo cerca le perle preziose come lui dice in una sua poesia: “Perle deterse le bambine mie/le raccolsi dal loto ad una ad una”. È stato un discorso ‘strappa lacrime’, un ‘Inno’, ripeto, al nostro grande santo Annibale Maria Di Francia e al meraviglioso monumentale tempio, ‘sintesi di Arte, di Fede e di poesia’. “L’ardore dell’apostolato ha animato la vita del canonico Di Francia – così ha concluso il discorso mons. Paino – e io lo prego mattina e sera nelle mie angosce e nei miei dolori e presto, possiate avere voi, o Figlie del Canonico Di Francia, l’onore e noi la consolazione di vedere innalzato alla gloria degli Altari, il vostro Santo Fondatore! Con tutta l’anima, v’invito a gridare: Viva, viva il Canonico Di Francia!”. I fedeli hanno raccolto con grande entusiasmo l’invito del grande pastore e il sacro tempio è risuonato dell’Evviva dei fedeli.
di Alfonso Saya