Da messinese, da cultore di Storia Patria e da autore del libro ‘La Sacra Lettera, carta d’identità di Messina’, ho appreso con tanto interesse da un articolo di Sergio Di Giacomo, apparso sul nostro quotidiano locale, che la Sacra Lettera è stata scritta anche in cinese. Questo raro documento – restaurato da Ernesto e Carmelo Geraci e custodito nei depositi del Museo regionale – è stato al centro di una conferenza affascinante nel Salone degli Specchi del Palazzo della Provincia, tenuta da Agostino Giuliano, studioso di antropologia, che ha curato il progetto di recupero del reperto seicentesco, qual è la Sacra Lettera, scritta in cinese, insieme al sinologo Maurizio Scarpari dell’Università di Venezia. L’ha tradotta in cinese un gesuita messinese, padre Metello Saccano (1612-1662), missionario in Cina. Gli venne inviata dal suo padre spirituale, padre Paolo Giunta di Valdina (Messina), rettore erudito del Noviziato Peloritano.
L’Evangelizzazione, ovviamente, è stato il motivo della traduzione e, nello stesso tempo, un omaggio al mittente, suo padre spirituale, ‘l’Apostolo di Messina’, ardente devoto della nostra Perenne Protettrice, organizzatore di raduni popolari (chiamati, dal suo nome, ‘le Giunte’), nel corso dei quali si verificarono tante Grazie e Miracoli, come il noto caso di un esorcismo, praticato su un posseduto che in nome della Madonna della Lettera è stato guarito. Questa Lettera venne conservata a lungo nel Noviziato Peloritano. Venne donata al Senato di Messina e, dopo il terremoto del 1908, è approdata al Museo Nazionale. Grazie alla ricerca appassionata di Agostino Giuliano, è stata riaperta – come afferma Sergio Di Giacomo – una pagina straordinaria, della storia religiosa messinese e ha anche il merito di avere riscoperto due eccelse figure, padre Metello Saccano, il traduttore della nostra Sacra Lettera, e padre Placido Giunta, ai quali, a perenne memoria, saranno intitolate due vie della nostra Città.
di Alfonso Saya