La Regione salvi l’abbazia normanna più antica di Sicilia

Edificata negli anni intorno al 1091 dal gran conte Ruggero il Normanno, la chiesa di Santa Maria di Mili, la più antica tra quelle normanne di Sicilia, è da quasi un millennio la perla nascosta di Messina. In fondo alla verdeggiante vallata di Mili, l’edificio spicca con le sue forme – le finestre e l’abside romanica, le cupole arabeggianti, la decorazione parietale ad archi intrecciati, primo esempio sull’Isola – che testimoniano di una temperie culturale ricca di apporti e suggestioni, quella dell’epoca normanna, che è ormai universalmente riconosciuta come dato storico identitario della Sicilia. Conosciuta fino a metà degli anni ‘70 solo da storici dell’arte e addetti ai lavori, l’abbazia di Mili e la sua storia sono state riportate alla luce in quegli anni dai giovani del Centro Turistico Giovanile di Mili San Pietro – il centro più vicino – che, ancora oggi, si occupano di farla conoscere e di sensibilizzare le istituzioni a tutelarla, da diversi anni a questa parte insieme alla Pro Loco Messina Sud e all’associazione Ionio, e da due anni anche ad altre trentaquattro associazioni culturali messinesi, che insieme hanno fondato il Coordinamento per la tutela del monumento. Nel corso degli ultimi anni, sono state numerose le iniziative promosse per la salvaguardia della Chiesa, come incontri, flash mob, appelli, manifestazioni culturali sul luogo. A mobilitarsi per il monumento anche vari personaggi del mondo dello spettacolo, fra cui l’attore Ninni Bruschetta.

È del maggio scorso la notizia che finalmente, a seguito delle tante interlocuzioni del Coordinamento con il Dipartimento libertà civili e il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno (proprietari della chiesa), il tempio verrà presto restaurato e, ci aspettiamo, reso fruibile ai visitatori con fondi del PNRR. Se, tuttavia, la notizia apre prospettive positive per la chiesa, lo stesso non è per il monastero che la circonda che è, invece, di proprietà privata e si trova in uno stato di abbandono che ne sta gradualmente causando il crollo. Di qui, l’appello del Coordinamento associativo per la tutela della chiesa normanna di Mili che, in una nota indirizzata oggi, 6 ottobre, al presidente Musumeci e all’assessore Samonà, ha chiesto che la Regione acquisisca il monastero al suo patrimonio per poter meglio pianificarne il restauro e la valorizzazione. Si tratterebbe solo di un esempio di acquisto di beni culturali per fini di tutela da parte della Regione Siciliana che, nell’ultimo periodo, con questa finalità sta acquisendo il castello di Brolo, la casa natale di Quasimodo a Modica e palazzo Branciforte a Scordia. E sarebbe anche un importantissimo segno di attenzione verso un monumento, quello di Mili, che è la più antica testimonianza ecclesiastica normanna in Sicilia e, come tale, è un sito di importanza capitale per la storia e l’identità siciliana.

Eugenio Enea, Coordinamento per la tutela della chiesa normanna di Mili