Riscrivo

Stinge, col disciogliersi della neve,
il nero della merla,
dei giorni più freddi.

Spiderman, spossato,
si dimena,
imbrigliato alla sospesa luna,
tra ciuffi di ambigua “ferla”
e novembrini venti di guerra.

Al primo apparire,
il ritorno del sole ispirato
picchietta di giallo
il prato rinato,
slega la mente
dal socratico letargo.

Torna, consueto,
l’atteso candore
del mandorlo in fiore.

Con penna di gabbiano
e osso di seppia, riscrivo
la primavera marina,
vista dall’altura,
terrazza di Taormina.

Centauro, galoppo di fantasia,
nel dodecaedro platonico,
nemesi storica e simbologia.

Poesia inedita di @ Pasquale Ermio