Un pomeriggio d’inverno
col vento di scirocco
che rendeva forme buie
in un’ora lenta e opaca
mi accinsi a rileggere versi
per ricordare un’anima
dalla “confusa” esistenza.
Rime di supplica alla madre
epigrammi ironici
provocatori
dedicati agli intellettuali
ai politici del tempo.
Ritrovai col pensiero
fra i ricordi
i suoi grandi occhi neri
il suo viso scavato
ritrovai lo scrittore
il poeta sconvolgente
lacerato da contraddizioni
ma soprattutto l’uomo
nella diversità dolorosa
che gli concedeva oscure gioie
lasciava spazio
solo ai sogni
di una casa
di uscire dallo smarrimento
di una “vita di strada”.
Illusioni e speranze
rancori e spasimi
un turbinìo di sentimenti
che ancora induce a meditare…
senza distogliere lo sguardo
per non ledere “valori”.
Ripensai con tristezza
alla morte che lo colse
con violenza
senza concedergli proroghe
che non sanò ferite
né gli concesse il tempo
senza alcuna pietà
del riscatto alla vita.
di Domenica Timpano