Mi duole il cuore per la morte di Giampaolo Pansa, ma mi tocca lo stesso dovermi occupare di questa sporca guerra libica. La figuraccia del nostro Paese, non solo degli ultimi inadeguati governanti attuali riguardo al dramma libico, entrerà nelle pagine della storia italiana del 2020. La vicenda libica, del resto, ha continuato a travagliare tutta la storia italiana del secolo scorso e, sostanzialmente, si ripresenta con gli stessi problemi e le stesse inadeguatezze politiche. Mi sarebbe piaciuto leggere la narrazione di Pansa, il suo giudizio sempre acuto e intelligente anche quando dissentivo. Riusciva sempre ad approfondire e chiarificare situazioni e personaggi, altrimenti in gran parte indecifrabili. Anche per questo Pansa mancherà a tutti, non solo a noi raccontatori di mestiere che ci servivamo della sua arguzia e delle sue invenzioni per capire meglio un evento, coglierne il senso profondo e riuscire a rappresentare al meglio i doveri del nostro mestiere.
Ci tocca, così, parlare della visita volenterosa del nostro presidente del Consiglio in Turchia, specie della conferenza stampa finale. Conte non ha risparmiato auspici in favore della pace, per una armonia indispensabile, per raccomandare che la tregua sia duratura e fruttuosa. Nessun riferimento, però, alla condizione interna, alle migliaia di prigionieri politici, di giornalisti e intellettuali in carcere. Erdogan avrà apprezzato esultante l’importanza della tregua firmata con Putin sicura garanzia di una Libia prospera e democratica, divisa opportunamente in due zone d’influenza, Ankara e Mosca, per consentire alle due parti sicuri sbocchi nel Mediterraneo e nel controllo umanitario dei disperati, profughi e aspiranti asilo politico. Chissà perché un governo già così provato e litigioso si sottoponga a una simile navigazione precaria e si appresti ad una figuraccia sul piano internazionale offrendo – con buona pace di Salvini – altra benzina da gettare sul fuoco nella situazione incandescente di tutto il Medio Oriente. Vedremo cosa partorirà la conferenza di Berlino e se emergerà qualcosa di positivo per il nostro Paese. Avremmo di sicuro dovuto intensificare molto di più la nostra azione verso Europa e la Nato per chiarire e rivendicare meglio il ruolo dell’Italia e la sua posizione strategica nel Mediterraneo, anche ai fini di una governance seria e civile della questione migranti.