Trasporti, cibo e inquinamento atmosferico: Il docu-film che fa chiarezza sul tema

Mentre le città, o meglio, intere Nazioni attraversano un periodo di lockdown, i satelliti che osservano la Terra rilevano una riduzione significativa della concentrazione di un inquinante atmosferico, il biossido di azoto, che entra nell’atmosfera attraverso le emissioni di automobili, camion, autobus e centrali elettriche. Il calo, osservato in Cina e in Europa, è coinciso con severe misure di distanziamento sociale. Secondo un’analisi di Marshall Burke, professore nel Dipartimento di Scienze del Sistema Terrestre di Stanford, una riduzione legata alla pandemia del particolato nell’atmosfera – la forma più mortale di inquinamento dell’aria –, probabilmente, ha salvato la vita di 4.000 bambini e 73.000 anziani in Cina. Questi dati ci spingono ad approfondire l’argomento, a partire dall’analisi di tutte le attività umane che contribuiscono all’inquinamento dell’aria e all’effetto serra. Un documentario che ci informa, con dati reali, su ciò che riguarda l’effetto serra è Cowspiracy: The Sustainability Secret, un docu-film disponibile su Netflix, che indaga sull’impatto dell’industria animale e sulle relative ripercussioni sull’uomo. Il progetto Cowspiracy è frutto di una collaborazione tra due registi californiani, Kip Andersen e Keegan Kuhn, ed è stato finanziato grazie a una campagna di crowfounding lanciata dai due film maker e accolta da Leonardo Di Caprio, impegnato da sempre nella tutela dell’ambiente, diventato il produttore esecutivo.

Ma cosa emerge dal docu-film americano? Il dato più allarmante, secondo studi condotti da organizzazioni internazionali come FAO, Science Mag, Nasa, World Watch, è che il sistema di allevamenti industriali genera una quantità di gas serra maggiore dell’intero sistema di trasporti. La zootecnica, secondo i dati emersi su Cowspiracy, produce il 65% dell’ossido nitroso mondiale con un potenziale di riscaldamento globale 296 volte maggiore all’anidride carbonica. Dati destinati ad aumentare considerato che, sempre secondo le stime, le missioni legate all’agricoltura aumenteranno dell’80% entro il 2050. L’aumento scaturisce, principalmente, dalle previsioni di aumento del consumo di carne e latticini. Nel 2009, Worldwatch Institute, un’organizzazione di ricerca ambientale a livello globale con sede a Washington, ha riferito che l’allevamento di bestiame provoca il 51% delle emissioni di gas serra, mentre il sistema di trasporti incide per il 13%. L’allevamento di bestiame per il cibo è, inoltre, responsabile per il 30% del consumo d’acqua mondiale, occupa il 45% del territorio terrestre ed è responsabile, fino al 91%, della distruzione della foresta amazzonica.

Grazie a questo documentario – e ad altri con tematiche simili – il cibo è tornato a essere un argomento tra i più discussi del momento, da approfondire per rispondere con esattezza a domande quali: come vengono prodotti gli alimenti e da dove arrivano ogni giorno sulle nostre tavole? Qual è l’impatto di ciò che mangiamo sul nostro organismo e sul pianeta? A queste domande, hanno cercato di rispondere molti registi che si sono interrogati sul legame che intercorre tra il cibo, la sostenibilità ambientale e i consumatori. Nei documentari, vengono evidenziate diverse problematiche connesse alla produzione sbagliata del cibo, all’uso dannoso per la salute che se ne fa, come si rileva nel documento That Sugar Film (2015) di Damon Gameau, che critica e condanna il consumo di troppo zucchero e tanti altri aspetti, anche di ordine economico, collegati al commercio del bene, come si rileva nel documentario Connected By Coffee (2014) di Aaron Dennis, che analizza il processo complicato di preparazione del caffè, la vita travagliata dei coltivatori e tanto altro ancora. Molti altri aspetti, per chi volesse approfondire l’argomento, si possono rilevare nei documentari di altri registi di seguito evidenziati: Food Inc. (2008) di Robert Kenner, What the health (2017) di Kip Andersen e Keegan Kuhn, Supersize me (2004) di Morgan Spurlock, The World according Monsanto (2008) di Marie-Monique Robin, Sustainable (2016) di Matt Wechsler, ROTTEN docuserie Netflix, Our daily bread (2010) di Nikolaus Geyrhalter.

di Sergio Lanfranchi