Il nostro presidente del Consiglio ama le apparizioni in tv. Non pago dell’ennesima lunghissima conferenza-stampa all’indomani della lunga notte per tentare di mettere insieme i pezzi della sua complicata maggioranza, vola in Europa per incontrare leader che, peraltro, si sapeva benissimo che erano d’accordo con le posizioni italiane. Sempre dinnanzi alle telecamere, con la ben nota eleganza del suo abbigliamento e il sicuro fascino della sua immagine, Conte ha ripetuto desideri e punti di vista più volte espressi che, per molti versi, non modificano il quadro delle difficili trattative in vista del prossimo appuntamento europeo. Meno male, però, che sono ben ferme e favorevoli le impostazioni delle due signore tedesche: cancelliera e presidente della Commissione che insieme al presidente del Parlamento, Sassoli, esprimono e sostengono una forte linea europeista per interventi efficaci e, soprattutto, rapidi collegati a una nuova prospettiva di riforme e di avanzamento per tutte le istituzioni europee.
Noi italiani – come al solito – rischiamo di fare la parte dei parenti poveri, velleitari e anche un po’ irresponsabili e sempre col cappello in mano. E anche con una qualche prosopopea e impegnati a dare in qualche modo lezioni di storia, di cultura e di civiltà. In modo irresponsabile, continuiamo a fare gli schizzinosi sul MES, quasi non riuscissimo a capire che si tratta di finanziamenti utili e vantaggiosissimi per la nostra ripresa. Non riesco minimamente a comprendere in che modo e con che faccia si potrebbe spiegarne il rifiuto al popolo italiano. Spagna e Portogallo hanno, da subito, espresso con chiarezza la loro posizione, mentre il nostro Governo è impantanato, amleticamente – e forse, soprattutto, furbescamente – a rinviare, ancora una volta, una scelta che a noi apparirebbe fin dall’inizio doverosa e scontata. Ma Conte con rinvii e tatticismi usura la sua immagine e anche quella di tutto il Governo, perché la distanza tra sproloqui televisivi, egocentriche rappresentazioni e tatticismi inevitabilmente sempre più inconcludenti, rischia di aggravare una situazione di per sé tremendamente difficile. Ma forse il portavoce di Palazzo Chigi non ha saputo illustrare, per tempo, i dati spaventosi dell’ISTAT e della Banca d’Italia, specie riguardo al mondo del lavoro, delle famiglie e delle imprese e, perfino, della catastrofe del nostro PIL che ci pongono all’ultimo posto in Europa.
Ne emerge inadeguatezza e una impreparazione da sgomento, mentre il giovane Casaleggio si è intrattenuto per più di tre ore a colloquio a Palazzo Chigi. Non abbiamo alcuna simpatia per il centro destra e i suoi leader, ma certo invitarli per lettera la sera prima dell’incontro con il presidente del Consiglio, appare non solo una mancanza di stile e, in qualche modo, una forma di arroganza, ma un pretesto per potere mistificare che la partecipazione delle minoranze è stata respinta pregiudizialmente sin dai giorni delle formidabili giornate di Villa Madama e che è, dunque, colpa di Salvini e della Meloni se l’esito risulterà negativo e inconcludente. Solo, infatti, un politico navigato e attento come Berlusconi si era detto, sin dal primo momento, disponibile alla riunione Governo-Opposizioni, aggiungendo alla disponibilità alla riunione la sempre ribadita scelta di voto a favore del MES.
Al rientro a Roma, Conte trova, tra l’altro, l’enorme grana politica legata alle vicende del Ponte Morandi, resa ancor più incandescente dalla sentenza della Corte Costituzionale. Inevitabile la burrascosa reazione dei 5Stelle, finalmente uniti nel loro stile protestatario e vendicativo ossessivamente espresso fin dall’inizio dall’allora ministro Toninelli con l’evidente condivisione dello stesso Conte prima versione ai tempi del Governo con Salvini. Si tratta di materia tragica e dolorosa che richiederebbe, innanzitutto, rispetto e partecipazione per le vittime, il lutto e il dolore indimenticabili per le loro famiglie. Sentimenti tragici che non saranno certo superati da ulteriori reazioni emotive né da spirito di vendetta verso i responsabili e le gravissime scorrettezze e colpevoli omissioni da parte delle autostrade della Famiglia Benetton. Purtroppo, è sopraggiunta con straordinario tempismo una dichiarazione televisiva da parte del nostro presidente del Consiglio già sulla via del ritorno da Madrid.
Complessi e complicati problemi giuridici restano sul tappeto insieme all’urgenza imposta dalla imminente inaugurazione del nuovo ponte ultimato, a tempo di record, sotto la guida impareggiabile dell’architetto Renzo Piano; mentre si fa sempre più caotica ed esplosiva la situazione della viabilità intorno a Genova e a tutta la Liguria e verso le Regioni limitrofe e la Francia. Situazione che, certo, non migliorerà un clima politico già così turbato e incandescente per affrontare il quale oltre a tempestività, concretezza e comprensibilità per i cittadini non basteranno rinvii, tatticismi strumentali e mistificazioni sulle responsabilità e la tragica realtà del crollo di un ponte straordinario, colpevolmente lasciato in stato di trascuratezza e abbandono fino alla inevitabile catastrofe.
di Nuccio Fava