Jake vive ancora!

Ieri, 20 giugno, ultimo giorno di primavera, ho avuto la grazia di celebrare il mio diciannovesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale. Devo dire che questo anniversario della mia ordinazione al presbiterato è stato molto particolare per me. Infatti, la famiglia di Jake, composta da Kevin, Janelle, Jerome e Kristy, mi ha gentilmente invitato a concelebrare la messa del suo sesto mese dalla sua entrata alla Casa di Nostro Padre in Cielo. In questo giorno così importante della mia vocazione, ho anche incontrato il grande amore fraterno e misericordioso del Padre tramite i miei fratelli francescani minori che mi hanno permesso di essere il celebrante primario della messa. Ringrazio di cuore la grande ospitalità fraterna che mi hanno dato fra Raymond Falzon OFM, fra Anton Farrugia OFM e fra Walter Vassallo OFM. È stato proprio fra Walter che, sensibilmente, mi ha dato il via per celebrare la messa e poi mi ha congiunto nella concelebrazione. Che bello quando i francescani vivono insieme così, in fraternità! E quale clima fraterno si crea e si dà agli altri quando questo succede! In realtà, queste bellissime cose le ha fortemente volute Jake stesso. La sua breve vita di sette anni è stata una che ha unito diverse persone dalle varie parti della vita sociale, politica e religiosa. Jake Curmi era lo strumento di Dio di pace, amore e solidarietà verso chi soffre. Questo piccolo bambino speciale è riuscito a far lavorare insieme i francescani conventuali, cappuccini e minori, e coordinarsi splendidamente per aiutare lui e la sua famiglia in quei momenti assai difficili della sua malattia. Effettivamente, in Inghilterra c’erano i francescani conventuali fra Mario Sant OFM conv e fr Stephen Borg OFM conv, mentre qua a Malta c’erano fra Gino Ciangura OFM Cap e io, e poi i francescani minori per le celebrazioni del funerale alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Baħar iċ-Ċagħak. Com’è bello che Jake include e congiunge ogni famiglia e persona francescana con la sua propria e unica missione specifica. Bravo Jake!

Proprio al termine della messa sentivo fare qualche riflessione sulla vita di Jake. Per me, Jake rimane nel mio cuore perché mi ha insegnato che il sacerdozio di Cristo significa amare gli altri con le azioni di solidarietà. Jake parlava poco, ma faceva molto. Egli dava tutto per far altre persone felici. La sua vita è stata un dono continuo per gli altri. Secondo, Jake mi ha anche insegnato che nella vita è inutile lamentarsi. Invece, nel silenzio della preghiera, io sono chiamato ad ascoltare Dio che mi lascia aprire a nuove iniziative. Terzo, Jake mi ha anche fatto capire che la vita è un dono preziosissimo che passa rapidamente. Se il tempo vola, non è intelligente sprecarlo nella rabbia e frustrazione. Infatti, quando capì che la sua vita stava per finire, Jake dette tutto quello che aveva perché sapeva che, così facendo, lui poteva dare la speranza e la gioia a tutti quelli che erano assetati per il vero senso della vita. La carissima presenza di Jake mi fa incoraggiare a vivere pienamente e perseverantemente, con la grazia del Padre Eterno, le bellissime parole scritte da papa Francesco a noi sacerdoti nella lettera indirizzataci in occasione del 160° della morte del santo curato d’Ars san Giovanni Maria Vianney, datata il 4 agosto 2019: “Grazie per la gioia con cui avete saputo donare la vostra vita, mostrando un cuore che, nel corso degli anni, ha combattuto e lottato per non diventare angusto e amaro, ed essere, al contrario, quotidianamente allargato dall’amore di Dio e del suo popolo; un cuore che, come il buon vino, il tempo non ha inacidito, ma gli ha dato una qualità sempre più squisita; perché ‘eterna’ è la sua misericordia”. Jake vive ancora davvero!

di Fra Mario Attard