Sono dell’idea che la fragilità e l’insicurezza nascano insieme all’uomo, come se lo tenessero per mano, sin dal suo concepimento. Sono figure astratte, ma congenite, che inducono lo stesso soggetto a dubitare, sempre e comunque, del proprio operato (o di ciò che pensa) portandolo ad avere, spesso, mancanza di fiducia in quelle che sono le proprie capacità. Il tutto si lega bene, amalgamandosi, a una sorta di timidezza che si trascina, talvolta, sino in età adulta, ma che, spesso, si riesce a perdere… strada facendo. Penso che, chi in misura maggiore e chi in minore, tutti gli esseri umani vivano di incertezze tutti i santi giorni, vinti, sempre, da quelle continue titubanze, peraltro, oggi più presenti che mai, e che gli eventi di questi ultimi periodi, per ovvi e palesi motivi, lasciano padroneggiare. È anche vero che, con affanno e altrettanta caparbietà, l’essere umano si spinge contro ‘mulini a vento’ per ottenere obiettivi di vincita, tenta di scalare vette insormontabili alla vista stessa, sperando di arrivare ‘primo’ per non sentirsi mai ‘ultimo’, ruota di scorta o scarto della società. Ma.. – e questo me lo sono, spesso, chiesto – tutto ciò per cosa o per chi?. Cos’è che spinge l’uomo verso questa continua e, peraltro, faticosa corsa? E perché questa frenetica bramosia di protagonismo? Recenti accadimenti naturali, dovrebbero farci soffermare un po’ di più a pensare che tutto, improvvisamente…, può diventare vano e inutile, così pazzescamente terribile al punto che, anche se sopravvissuti a una qualsiasi catastrofe, la mente ci porterebbe a un sicuro e inevitabile crollo psichico.
E, talvolta, è quel particolare momento inaspettato, quello del… ‘chi l’avrebbe mai detto?’, che ci porta a riflettere un po’ di più; quel particolare avvenimento doloroso che ci spinge a soffermarci con i pensieri sul ‘perché’ sia accaduto proprio a noi quel momento che ci fa sentire così trafitti e così sconfitti. Quello è il frangente in cui ha il sopravvento la sfiducia più totale, indi, un naturale e, direi, inevitabile crollo umano! “Passiamo una vita intera a costruire inutili castelli di sabbia ed è sufficiente qualche secondo per distruggerli. Non solo ci affanniamo a costruirli, ma affidiamo ad essi tutte le nostre aspettative di vita” (G. Fauci). Reputo che il nostro domani e la nostra stessa vita siano una continua incertezza, dove tutto quello che ‘è’ potrebbe ‘non esser’ più e dove tutti i nostri sforzi, quindi, potrebbero proiettarsi diritti… verso il nulla. La filosofia del VIVI L’OGGI potrebbe anche essere una salvezza di vita, in cui l’unico pensiero per un buon vivere i nostri giorni a venire potrebbe essere quello di vivere appieno la nostra ‘giornata’, perché domani tutto potrebbe essere il contrario di tutto! Vivere pensando che oggi potrebbe essere il nostro ultimo giorno non è una cattivissima teoria da scartare e far sì che in questo giorno l’uomo si debba rivolgere al mondo tentando di operare per il bene, senza affannarsi a raccogliere questo o quello. E, così, vivere di piccole e più semplici cose, amare la meravigliosa natura che ci circonda (tentando di non avvelenarla o distruggerla), non è poi così male. A volte, i nostri sogni si schiantano contro il suolo proprio perché ci siamo creati delle aspettative troppo grandi per la nostra portata o perché qualcosa o qualcuno ce le ha strappate via e noi questo non lo avevamo mai messo in conto. Ecco perché “L’esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale”. Queste le parole di un grande saggio che aveva colto la vera essenza delle cose!
di Giovanna Lally Famà