Mi ha colpito un articolo dell’indimenticabile giornalista Biagio Belfiore in cui esalta la figura di uno statista: “Un uomo alto, esile, occhialuto, dall’espressione volitiva, pieno di tolleranza, determinato a riportare la sua Patria, subito dopo la guerra, sulla strada del benessere e della Democrazia: Alcide De Gasperi”. Era un uomo pieno di spirito cristiano che chiuse la sua vicenda terrena pronunciando il nome di Gesù e che concepiva la politica come servizio volta al bene comune. Spiccato era in lui il senso dello Stato e aveva le idee e le mani pulite; era un povero di spirito, cioè distaccato dalle vanità, sobrio, tutto teso alle cose essenziali della vita, caparbio nel dovere, un vero cristiano, insomma. A tal proposito, l’indimenticabile giornalista racconta un episodio in cui si staglia la figura del grande statista. Nel primo Dopoguerra, nel 1947, doveva compiere un viaggio in America per chiedere aiuti perché l’Italia era ridotta alla fame. Un giornalista del ‘Tempo’ si recò, una settimana prima della partenza, a casa del Presidente per intervistarlo e trovò la figlia, Romana, intenta a selezionare la biancheria e i vestiti. Accanto c’erano delle valigie di cartone, vecchie e logore. Il giornalista nell’articolo fece l’annotazione e, il giorno dopo, uno sconosciuto depositò, davanti alla porta dello statista, delle valigie di puro cuoio, nuove. Legato a una valigia v’era un semplice bigliettino: “Buon viaggio, signor Presidente ed auguri!”. Questo episodio è rivelatore – come dicevo – dello spirito sobrio, francescano di uno dei fondatori della Democrazia cristiana. “Pensare allo stile – conclude l’articolo Biagio Belfiore – al senso dello Stato, alle mani e alle idee più che pulite. Alla caparbietà del dovere, al vero amor di Patria; viene, ancora oggi, il desiderio d’inchinarsi alla sua memoria e, nello stesso tempo, di vergognarsi di alcuni dei suoi successori stravolti dal malcostume”.
di Alfonso Saya