Il lockdown, la chiusura dei centri culturali, cinema e teatri, ha fatto abbassare le ‘saracinesche’ del mondo artistico della nostra Città, che non ha più potuto pagare i costi gestionali, poiché malgrado i ‘ristori’, le bollette sono continuate ad arrivare. Un incubo che attanaglia non solo gli artisti giovani e non, che hanno smesso di esibirsi nei teatri di Messina, ma tutto ciò che ruota attorno allo spettacolo: maschere, guardarobieri, e una miriade di figure lavorative che ha smesso di portare a casa la pagnotta. Era bello leggere la programmazione dei vari teatri indipendenti quali Clan Off, Teatro dei Tre Mestieri, Teatro dei Naviganti-Magazzini del Sale, Teatro Savio, Teatro Pirandello, adesso l’unico ‘sopravvissuto’, è il Vittorio Emanuele finanziato dagli enti pubblici, del resto non si ha alcuna notizia. Per ‘aiutare’ il mondo dello spettacolo, il ‘governo dei migliori’ ha pensato bene di utilizzare lo strumento del super green pass. Parlare di illogicità e di nessuna utilità di carattere sanitario è superfluo e, soprattutto, offensivo per l’intelligenza di chiunque. Occorre dare nuova linfa vitale a un settore, che oltre a essere importante per l’economia del Paese, è alimento per le anime degli spettatori, che, purtroppo, disertano ciò che rimane dell’ecatombe culturale della nostra Città. È imperativo alleggerire le restrizioni e permettere fattivamente la riapertura delle realtà culturali, coadiuvando con un concreto supporto economico tutto l’indotto, ormai defunto da due anni.
Fabrizio Cacciola – Responsabile dipartimento Cultura e Attività Giovanili del Movimento Autonomie Popolari