Astronomia: Il VST e la cattura di un gabbiano celeste in volo

Il VST (VLT Survey Telescope), l’ultimo telescopio installato all’Osservatorio del Paranal dell’ESO, uno dei più grandi telescopi al mondo, con un diametro di 2,6 metri, viene utilizzato, affiancato da una fotocamera da 268 megapixel, per osservazioni astronomiche da terra. Il VST, progettato per fotografare grandi aree in profondità e in modo veloce ha, tra l’altro, due specchi, M1 con un diametro di 2.61 m e M2 con un diametro di 93,8m. Dedicato ai programmi per survey del cielo, studia i corpi del Sistema Solare, gli oggetti Trans-Nettuniani, i transiti di pianeti extrasolari e tanto altro ancora, producendo immagini che rivelano le sorgenti che verranno successivamente studiate nei particolari.Di notevole importanza i dati rilevati per la comprensione della struttura e dell’evoluzione della nostra galassia, per lo studio delle supernove, delle galassie vicine e delle nebulose extragalattiche. “Unaculla calda ed energica di nuove stelle” è stata definita una regione formata da elio, idrogeno e polvere, individuata di recente dal VST, VLT Survey Telescope dell’Eso. Un affascinante insieme di oggetti che ha stupito quanti hanno avuto il piacere di osservarlo.

La “Nebulosa del Gabbiano”, così chiamata per la somiglianza con un gabbiano in volo, che si trova tra le costellazioni del Cane Maggiore e dell’Unicomo, a una distanza di circa 3700 anni luce in una zona della Via Lattea, comprende tre grandi nuvole di gas, tra queste la Sharpless 2-296, che simula le ali del gabbiano, composta da materiale incandescente con striature di polvere scura che si perdono tra le stelle, misura circa 100 anni luce da una punta all’altra. Il VST (VLT Survey Telescope dell’ESO, European Southern Observatory, o Osservatorio Australe Europeo) rivela la sua anatomia, tutte le caratteristiche della nebulosa fino al suo interno e gli oggetti astronomici che la compongono.Una nebulosa di emissione definita regione HII (regione acca primo) che si forma per addensamento e indica la formazione attiva di nuove stelle che, ionizzando il gas circostante e facendolo brillare, con le radiazioni che emettono colorano le nuvole. Appena sotto le ali, nell’immagine si può osservare una nube più compatta che forma la testa del volatile. Una stella grande e molto luminosa, chiamata HD 53367, più solida del Sole, rappresenta l’occhio del gabbiano. Lo spettacolo unico che si crea, per la grande varietà di forme e immagini, accende la fantasia persino degli astronomi.

di Sergio Lanfranchi