Una dichiarazione di intenti – firmata a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Politiche per lo Spazio, Riccardo Fraccaro, in collegamento con l’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstine – potrebbe portare molto presto il primo italiano sulla Luna. L’Italia, primo Paese europeo a firmare con gli Stati Uniti un accordo bilaterale sull’esplorazione lunare, già a partire dal 2024, anno in cui la NASA vuole tornare sulla Luna. L’accodo prevede il coinvolgimento del nostro Paese, dei nostri scienziati e delle nostre aziende in tre direzioni: la prima riguarda la collaborazione nella costruzione dell’abitazione-laboratorio in cui vivranno gli astronauti e nello sviluppo delle tecnologie per garantire lo svolgimento delle missioni. La seconda riguarda le ricerche che si potranno svolgere nella base coinvolgendo gli scienziati di svariate discipline, dalla Biologia all’Astronomia. La terza riguarda la costruzione della rete di comunicazione utile a tutta l’attività di esplorazione e ricerca, in superficie e sulle costellazioni orbitali intorno alla stessa Luna.
Il ‘Programma Artemis’ – questo il nome del progetto generale della NASA – si svolgerà in più periodi: entro il 2024 è previsto lo sbarco sul suolo lunare di una donna e di un uomo, entro i successivi quattro anni si costruirà un insediamento stabile e anche la stazione spaziale lunare Gateway per facilitare le operazioni a cui già partecipano Giappone, Canada, Europa e (presto) Russia. Da parte del Governo, si prevede un investimento superiore a 1 miliardo mettendo in moto un ritorno economico che andrà ben oltre. A margine dell’evento, Fraccaro ha definito la firma dell’accordo bilaterale un ‘grande traguardo’ nel lungo rapporto di collaborazione tra l’Italia e gli Stati Uniti nell’esplorazione dello spazio. “La dichiarazione congiunta è di grande importanza perché apre la strada alla forte presenza dell’Italia nel programma Artemis che segna l’inizio di una nuova era: porterà la prima donna e il prossimo uomo sulla superficie lunare sviluppando le tecnologie per permettere la presenza stabile sulla Luna e acquisire le competenze per l’esplorazione di Marte. Per noi, è un grande onore – oltre che una grande opportunità – essere il primo Paese UE a siglare quest’intesa che ci darà la possibilità di partecipare alla missione lunare e di avere un ruolo da protagonista nel più ambizioso programma di attività spaziale mai effettuato”, ha aggiunto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Fraccaro ha, poi, dichiarato che l’intesa rappresenta un riconoscimento alle eccellenze italiane e ha promesso che il contributo dell’Italia alla missione Artemis sarà all’altezza delle aspettative.
Anche Bridenstine ha espresso vivo interesse per l’iniziativa “È molto importante continuare la nostra collaborazione nell’ambito dell’esplorazione spaziale”, ha affermato. “Si tratta di iniziative ragguardevoli e straordinarie e siamo ansiosi di affrontare una nuova era di collaborazione, assieme agli astronauti italiani”, ha concluso il numero uno della Nasa. Nei giorni scorsi, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti ha stimato che il costo totale della missione Artemis sarà di circa 28 miliardi di dollari, 16 dei quali destinati al modulo di atterraggio lunare. Alessandro Profumo, l’ad di Leonardo (ex Finmeccanica), la partecipata del Ministero dell’Economia ha dichiarato: “Il nostro Paese, oltre all’importantissimo contributo sul piano tecnico e scientifico, fornirà alla missione lunare l’apporto tecnologico necessario alla costruzione dei sistemi di allunaggio (lander) e alla realizzazione degli ulteriori moduli abitabili di superficie (shelter). Dalla cooperazione con gli Usa, quindi, per l’Italia ci sarà anche un ritorno industriale diretto dal valore superiore al miliardo di euro, senza contare tutti gli effetti positivi per la filiera e l’indotto dello spazio”.
di Sergio Lanfranchi