L’allenamento ideale. Come funziona il test del DNA per lo sport

Disponibile da novembre, nei Centri Mmedici Cerba HealthCare, l’analisi su 34 geni, affiancata dalla valutazione degli specialisti in medicina dello sport. Da un campione di saliva, si ottengono indicazioni su potenziale atletico e predisposizione agli infortuni, per definire piani personalizzati ed efficaci. Serve a tutti: atleti, appassionati di fitness, personal trainer. Siamo più adatti ad attività sportive di potenza o di resistenza? A quale tipo di piccoli infortuni siamo più predisposti? Qual è il nostro tempo di recupero ideale dopo l’esercizio fisico? Sono domande a cui, oggi, può rispondere in modo molto preciso la genetica, analizzando il DNA estratto da un semplice campione di saliva.

Per la prima volta in Italia, questo tipo di test sarà disponibile in un network di ambulatori, quelli appartenenti al gruppo Cerba HealthCare, che affiancheranno all’analisi anche una consulenza specialistica.Nelle nostre strutture – spiega, infatti, il CEO di Cerba HC Italia, Stefano Massaro – gli atleti, amatoriali o professionisti, sono sempre seguiti da specialisti in medicina dello sport, che interpretano i dati e danno indicazioni sui programmi di allenamento personalizzato, nell’ambito di una valutazione globale del soggetto. Perché, anche quando si tratta di wellness, le competenze di tipo sanitario fanno la differenza”.

Oggi, sono, infatti, diffusi test genetici in vendita online che si basano sul fai da te: ricevono i campioni per corrispondenza, analizzano un numero limitato di geni e si limitano a comunicare i risultati al cliente che, spesso, non ha gli strumenti per interpretarli correttamente. Cerba HealthCare propone, invece, MyFitnessGenes, un test preciso al 99% che analizza 43 varianti genetiche da 34 geni, specificamente associati alle performance atletiche. Come funziona – Il test fornisce indicazioni su otto aree chiave che determinano la risposta del fisico ai diversi tipi di allenamento. Molte caratteristiche di un atleta dipendono, infatti, in modo significativo da fattori genetici: per esempio, determinano se si è più portati per gli sport di potenza, con sforzi brevi e intensi, per quelli di resistenza, con maggiore sopportazione della fatica o per le attività miste.

Altre varianti genetiche sono poi associate all’assunzione massima di ossigeno (VO2), che dà indicazioni sulla capacità aerobica del soggetto; al recupero e alla rigenerazione muscolare dopo l’esercizio fisico; alla necessità di ricarica di energia, con conseguente fabbisogno nutrizionale; all’incremento della massa muscolare. Non solo, la genetica ha un ruolo nella predisposizione agli infortuni a tendini, cartilagini e legamenti. “Questa è un’area alla quale i nostri specialisti di medicina sportiva riservano da sempre una grande attenzione – spiega sempre Stefano Massaro –. Il test genetico ci consente di personalizzare le raccomandazioni sugli esercizi, adottando le corrette strategie di prevenzione e migliorando le capacità di recupero delle lesioni”.

Conoscere la valutazione genetica del proprio potenziale atletico è utile a qualsiasi età e a qualsiasi livello di pratica sportiva. Il test si fa una volta sola nella vita e i risultati sono sempre validi, spiega Paola Frangi, responsabile diagnostica specialistica di Cerba HC: “Può ricavarne indicazioni sia un atleta di alto livello, che vuole migliorare gli allenamenti specifici e proteggersi dagli infortuni, sia chi si dedica semplicemente al fitness e desidera indicazioni utili per scegliere lo sport o la dieta più efficaci per raggiungere i propri obiettivi”. Inoltre, il test può essere utile anche per bambini e ragazzi: “Non certo per predire la nascita di un futuro campione – spiega Frangi –, ma per evitare di spingere il bambino, demoralizzandolo, verso uno sport che non è nelle sue corde, e proponendogli, invece, attività da cui potrebbe trarre più soddisfazione”. Il tutto sempre facendosi affiancare dagli specialisti per una valutazione completa di caratteristiche, esigenze e obiettivi di ciascuno.