Gli argomenti su cui discutere sarebbero davvero tanti e anche molto delicati. Premetto che, fino a questo momento, i bambini hanno tutti, ma proprio tutti rispettato da fine febbraio le norme comportamentali predisposte dal Governo Nazionale. Ma adesso è il momento di parlare proprio di loro. Inizio a dire che è stato interrotto il loro mondo dei sogni, un mondo delicato composto, elaborato e fiabesco…, un mondo che abbiamo intasato, fermato e stressato, a un certo punto i bambini hanno smesso di vivere in società, hanno accettato di non andare più a scuola, hanno abbandonato lo sport, amici e compagni e tutti i loro hobby. Ma parliamo della loro formazione. Si sono, immediatamente, adattati a questo nuovo approccio didattico a distanza rimanendo aggrappati a una scuola che opera in maniera molto fredda e distanziata. Hanno accettato una novità formativa, particolarmente diversa, quasi estrema, dove le famiglie si son trovate a tenere testa alta, a supportare, in maniera responsabile, questa recente modalità scolastica e anche i docenti si sono dovuti confrontare con un lavoro abnorme cercando di costruire, in qualche modo, una nuova classe virtuale… scuola e famiglia, a un certo punto, operano in maniera sincronizzata e perfetta, un lavoro congiunto che nasce per coadiuvare e assistere i piccoli bambini nella loro continua maturazione e sviluppo pedagogico. Un filo elastico che da un lato e dall’altro tiene il bambino osservatore unico del suo futuro.
I bambini hanno dovuto accettare l’idea di non vedere i propri nonni per un po’, compreso il fatto di non poterli abbracciare. Ci hanno detto “Ok va bene” senza criticare, senza aggiungere un punto di domanda. Hanno accettato e basta… sanno che per ora è così… c’è questo virus in giro tra di noi che non ci permette di abbracciare e stare con la gente a noi cara… hanno rinchiuso i loro pensieri dentro i loro piccoli cuori accettando una situazione particolarmente strana, ma elaborando un profondo dispiacere che, probabilmente, non sarà semplice distruggere. Mi è capitato di leggere post dove le madri asserivano che i loro figli erano tranquilli e contenti, che a casa stanno bene…, purtroppo io avrei seri dubbi in merito a queste osservazioni, se è pur vero che abbiamo detto loro che è solo un periodo che passerà, non abbiamo considerato che nella loro mente si è aperto un mondo… li abbiamo riempiti di lavoretti, impasti in cucina, costruzioni stellari, megagalattiche… li abbiamo invitati a colorare tanti arcobaleni con su scritto “andrà tutto bene” , abbiamo letto loro la favoletta del piccolo mostriciattolo con la Corona sulla testa, ma probabilmente dietro quei sorrisi si è nascosto un velo di angoscia e tristezza che, in maniera elegante, impeccabile e responsabile, hanno saputo nascondere molto bene… dietro il gioco, dietro i NO, dietro il non voler dormire, dietro molti pianti ingiustificati, dietro a molti comportamenti più elevati del solito.
Credo che non sia, poi, così difficile osservare come è diventato disagevole e inesplicabile scandire la quotidianità. Sonno-veglia, a un certo punto sono stati stravolti da vari fattori, l’alimentazione, probabilmente, adesso è un po’ più scorretta del solito e la mancanza di attività fisica ha un po’ appesantito la situazione… l’uso smisurato di tablet videogiochi e cellulari è divenuto abuso. Il mondo reale è, palesemente, più virtuale… Per non parlare del fatto che non tutti i bambini hanno la fortuna di abitare in comode case con internet illimitato e la DaD spensierata. Io vorrei fare luce sull’argomento, bisogna pensare a una ‘Fase Due’ anche per loro. Vorrei soffermarmi sui loro diritti, sulle loro libertà, avanzare progetti di riattivazione, progetti ricreativi, promuovere la riattivazione della vera vita, quella reale del bambino. Necessario è un nuovo piano di coordinamento, parliamo di CANTIERE EDUCATIVO, di espressività. Voglio soffermarmi ancora sul sogno dei bambini, bisogna garantire loro, ora più che mai, una realtà liberale e destrutturare tutti questi stress accumulati. Il bambino deve prendersi la rivincita e deve vivere il suo vero mondo con prudenza e con fiducia. Ricordiamo che i piccoli godono di un’attività di pensiero magico, in quanto si attivano sulla dimensione emotiva piuttosto che su quella cognitiva.
Bisogna, adesso, APRIRE uno spazio di desiderio dove tutta la rigidità che il mondo adulto impone deve, immediatamente, cadere giù con un semplice soffio di vento. Ė questa l’esperienza più bella che, presentemente, devono vivere i nostri bambini, quella innovatrice, quella generatrice. Il mondo infantile deve essere, oggi più che mai, il faro guida di una vita migliore. Ripartire proprio da loro è un dovere, dai loro punti di forza e dai loro sogni. Per la ‘Fase Due’, che riguarda il mondo dei più piccoli, ci si dovrà affidare alla responsabilità dei genitori, degli educatori, dei docenti, della famiglia tutta, ma non possiamo non ripartire dalle loro libertà individuali, si deve puntare in primis sullo smisurato bisogno del sole, dell’aria pura, del mare, della corsa, del gioco, dell’autonomia, del libero arbitrio… valori naturali, punti di forza vitali che obbligano l’adulto a prendere atto che esiste un principio morale e intellettuale che non si può esimere da questa urgenza infantile. Urge un cantiere educativo che deve basarsi su importanti progetti di rinascita, ciò vale per tutti i bambini e acquista una singolare urgenza. Ripartiamo da loro.
Dott.ssa Lo Cascio Claudia – Pedagogista