I test per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2, responsabile di Covid-19

Per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2, responsabile di Covid-19, sono al momento disponibili diversi tipi di test. Non hanno, tuttavia, lo stesso valore e non sono, dunque, sovrapponibili tra loro in termini di affidabilità ed efficacia. Ne parla la dottoressa Maria Teresa Sandri, responsabile del Laboratorio analisi cliniche di Humanitas.

Il tampone per il test molecolare

Il test più affidabile per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 è il test molecolare che viene eseguito su un campione delle vie respiratorie prelevato attraverso il cosiddetto tampone. Il tampone naso/oro-faringeo è un esame che consiste nel prelievo del muco che riveste le cellule superficiali della mucosa del rinofaringe (la parte superiore del canale della faringe) e dell’orofaringe (la parte della faringe posta dietro al cavo orale). Il prelievo viene effettuato con un bastoncino cotonato in pochi secondi, è minimamente invasivo e non è doloroso, sebbene il paziente possa avvertire una sensazione di fastidio al momento del contatto del bastoncino con la mucosa del naso e del cavo orale. Il tampone va eseguito con accuratezza e in maniera corretta, pertanto, è fondamentale affidarsi a operatori specializzati che garantiscano l’adeguata raccolta del campione. L’analisi deve essere effettuata presso i laboratori di riferimento regionali e i laboratori aggiuntivi individuati dalle Regioni secondo le modalità concordate con il Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. Il campione così prelevato viene esaminato in laboratorio dove si procede all’estrazione, alla purificazione e alla ricerca dell’RNA virale (il genoma del virus SARS-CoV-2) attraverso la metodica molecolare di real-time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction). L’analisi in laboratorio consente di individuare la presenza del virus SARS-CoV-2 nel materiale prelevato con il tampone e di confermare o escludere una diagnosi di infezione”.

Test rapido antigenico

I test rapidi antigenici ricercano le proteine superficiali del virus (antigeni) e non il genoma virale (come accade, invece, con il test molecolare). Il campione viene raccolto sempre attraverso un tampone naso-faringeo e i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15-30 minuti, mentre per il test molecolare ci vogliono circa 24-48 ore). La sensibilità e la specificità del cosiddetto test rapido sembrano inferiori rispetto a quelle del test molecolare, pertanto, chi risulta positivo al test rapido dovrebbe poi sottoporsi al test molecolare per veder confermata la diagnosi di infezione ed escludere si sia trattato di un cosiddetto falso-positivo. Il test rapido è stato introdotto per lo screening dei passeggeri negli aeroporti e nei porti e il Ministero della Salute, con una circolare del 29 settembre, ne evidenzia l’utilità anche nel contesto scolastico perché ‘potrebbe accelerare la diagnosi di casi sospetti di Covid-19’ e, dunque, semplificare l’identificazione dei casi, l’isolamento e il tracciamento dei contatti”.

Test sierologico

I test sierologici si basano sull’analisi del sangue del paziente. Possono essere rapidi (è sufficiente una goccia di sangue) o quantitativi (occorre sottoporre il paziente a un prelievo di sangue). I test sierologici qualitativi rapidi permettono di scoprire se il soggetto è entrato in contatto con il virus e il suo sistema immunitario ha, pertanto, prodotto anticorpi di risposta. I test sierologici quantitativi, invece, consentono un dosaggio specifico degli anticorpi prodotti. Gli anticorpi coinvolti sono le immunoglobuline IgM (le prime a essere prodotte in caso di infezione) e IgG(succedono alle IgM quando il livello delle prime scende). Se nel campione di sangue vengono rilevate le IgG significa che l’infezione è avvenuta in passato. A oggi, non è ancora chiaro se un soggetto con anticorpi IgG sia immune. Il test sierologico, dunque, evidenzia la presenza di anticorpi contro il virus e indica l’eventuale avvenuta esposizione a SARS-CoV-2; la positività è tardiva e, quindi, non è un test indicato per rilevare un’infezione in corso. Pertanto, non può sostituire il test molecolare (il tampone) per verificare o meno la positività di un soggetto. Questo tipo di test può essere utili in campo epidemiologico per stimare la diffusione dell’infezione all’interno di una comunità”. (Humanitas.it)