Mangiare ‘bene’ e fare sport allunga la vita. Anche nei pazienti diabetici. Invecchiare male, invece, costa. Con la prospettiva di un invecchiamento progressivo della popolazione (si stima che nel 2050, 1 italiano su 3 avrà più di 65 anni), la prevenzione delle malattie croniche è centrale. Uno dei più importanti fattori di rischio da combattere è il sovrappeso. Soprattutto l’obesità viscerale si associa a fattori di rischio cardio-metabolici come il diabete di tipo 2, le infiammazioni, la dislipidemia, l’ipertensione, lo scompenso cardiaco, l’ictus, la demenza vascolare, ma anche la Nash (la steatoepatite non alcolica) e una serie di tumori (colon, mammella, utero, rene, esofago, pancreas, fegato). È questo quanto emerge dalla lettura magistrale di Luigi Fontana, direttore dell’Healthy Longevity Program Charles Perkins Centre dell’Università di Sidney (Australia) per il 28esimo Congresso nazionale della SID, la Società Italiana di Diabetologia.
Per Fontana, l’attività fisica è “un ‘farmaco’ potentissimo per migliorare la sensibilità all’insulina”, perché con l’attività fisica si riduce il grasso viscerale e aumentano numero e attività dei mitocondri nel sistema muscolo-scheletrico. Questo permette di aumentare il consumo di ossigeno. “Già 15 anni prima della comparsa del diabete – spiega Fontana –, le persone presentano insulino-resistenza e, in seguito, si assiste a un aumento progressivo dell’insulino-resistenza e dei livelli di insulina circolante”. “Per questo, è fondamentale non aspettare che una persona arrivi da noi con 115 mg/dl, perché significa che ha avuto iperinsulinemia per 10-15 anni, condizione che promuove invecchiamento e cancro”. “Mangiare meno e mangiare ‘bene’ allunga la vita – afferma il professor Agostino Consoli, presidente eletto della Società italiana di diabetologia –. Questo è uno dei messaggi chiave della lettura del professor Fontana. È un messaggio che il professor Fontana è uno dei più qualificati al mondo a portare, perché autore di una serie di studi fondamentali che questo concetto lo hanno scientificamente dimostrato. E, allora, non solo per prevenire o gestire il diabete, ma proprio per vivere più a lungo in salute è necessario limitare l’introito calorico e scegliere con cura il poco cibo con il quale nutrirsi, in modo da privilegiare una dieta bilanciata nei suoi componenti, ma comunque ricca in fibre e in vegetali, e non troppo ricca in proteine e in grassi saturi”. (ANSA)