La Sindrome da disfunzione lacrimale, comunemente conosciuta come Sindrome dell’occhio secco, è una patologia che colpisce oltre 350 milioni di persone al mondo e, in Italia, ne soffre ben il 25% della popolazione. Poiché se non curata, può peggiorare progressivamente, è bene muoversi con anticipo. Approfondiamo l’argomento con il dottor Claudio Ernesto Lucchini, oculista in Humanitas Medical Care Arese.
La sindrome dell’occhio secco
La sindrome dell’occhio secco riguarda in particolare le donne dai 45 anni in poi (45%) e in menopausa (90%), e si manifesta in due forme principali:
Dislacrimia, che deriva da un’eccessiva evaporazione lacrimale,
Ipolacrimia, che è causata da ridotta produzione lacrimale.
La dislacrimia, responsabile dell’86% dei casi di occhio secco, è provocata dall’ostruzione delle ghiandole di Meibomio situate nelle palpebre: queste ghiandole sono responsabili della produzione dello strato lipidico delle lacrime, ma se non funzionano a dovere, non secernono la quantità sufficiente di sostanza oleosa nel film lacrimale, cosa che darà poi al paziente bruciore e la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio. Di conseguenza, le lacrime evaporano troppo velocemente.
L’ipolacrimia, invece, si verifica quando le ghiandole lacrimali non creano una quantità sufficiente di soluzione acquosa, che sarebbe poi in grado di mantenere l’umidità oculare. Solitamente questo caso si verifica in presenza di malattie autoimmuni come la Sindrome di Sjogren o la Sclerodermia.
Occhio secco: i sintomi più comuni
Tra i sintomi più comuni che potrebbero indicare la presenza di occhio secco, indichiamo:secchezza oculare;
– disagio e irritazione;
– formicolio o sensazione di un corpo estraneo nell’occhio;
– sensazione di bruciore o dolore;
– lacrimazione eccessiva;
– arrossamento;
– secrezioni;
– affaticamento;
– prurito;
– disturbi della vista;
– fotofobia.
Occhio secco: i fattori di rischio
L’ostruzione delle ghiandole di Meibomio potrebbe dipendere dalle modifiche degli equilibri ormonali nelle donne durante la menopausa, in particolare la diminuzione dei livelli di estrogeni. Non solo, la loro disfunzione potrebbe essere causata anche da:
– l’età;
– l’uso e l’igiene delle lenti a contatto;
– l’uso di cosmetici;
– malattie, come il diabete;
– alcuni farmaci come la isotretinoina utilizzata per la cura dell’acne;
– i colliri usati per la terapia del glaucoma;
– Gastrite da Helicobacter Pylori;
– Reflusso gastroesofageo;
– Acne rosacea;
– Dermatite seborroica;
– Blefarite;
– Dopo chirurgia della cataratta e refrattiva.
Lo stile di vita gioca un ruolo importante. Sono fattori di rischio ulteriori:
– l’uso prolungato di device come smartphone o tablet;
– molte ore trascorse in ambienti con aria secca;
– scarsa idratazione;
– dieta poco equilibrata.
Sindrome dell’occhio secco: come si cura?
La terapia per la sindrome da occhio secco viene prescritta dallo specialista dopo la visita oculistica e la valutazione dei dati clinici e strumentali. L’automedicazione è assolutamente da evitare. La prima fase della terapia è domiciliare, utilizzando salviette, colliri, schiume per la pulizia delle palpebre e integratori. La seconda fase prevede cicli di trattamenti di luce pulsata. La luce pulsata stimola le ghiandole di Meibomio a riprendere il loro normale funzionamento. Il trattamento prevede 4 sedute di 30 minuti intervallate nel tempo e totalmente indolori. Essendo le concause multi fattoriali lo specialista oculista si avvale anche della collaborazione del dermatologo, del gastroenterologo e dell’immunologo. (Humanitas)