Uno sportello di ascolto per i problemi sul posto di lavoro e una piattaforma rivendicativa per chiedere l’apertura anticipata e posticipata delle scuole, più asili nido e scuole dell’infanzia e maggiore sostegno per l’assistenza di anziani e disabili in famiglia, la cui cura ricade per lo più sulle spalle delle donne. Questi i punti fondamentali sui quali nei prossimi mesi lavoreranno le donne iscritte ai sindacati autonomi CSA, SADA, FIADEL e CISAL di Messina. Una strategia decisa durante l’assemblea di ieri pomeriggio a Palazzo Zanca, alla quale ha partecipato anche Pietro Fotia, segretario generale CSA Regione Autonomie Locali e Giovanna Sciuto (CISAL). A presiedere i lavori Clara Crocè, responsabile Dipartimento regionale Politiche di Genere CSA.
“Dobbiamo eliminare i criteri discriminanti contenuti nel contratto nazionale di lavoro legati alla presenza della donna, cercando di facilitare le carriere – ha puntualizzato Clara Crocè nel proprio intervento –. Il divario retributivo tra uomini e donne è imputabile a diversi elementi: dal modo in cui la retribuzione è determinata nei contratti collettivi, dai sistemi di classificazioni delle professioni e dai salari e benefit negoziati individualmente. Il salario e il sistema delle classificazioni delle professioni possono non tenere conto del valore e delle competenze delle professioni femminili o assegnare bonus o premi salariali ai lavori maschili. Nei contratti collettivi, sono stati fatti piccoli passi con l’introduzione delle norme che favoriscono il congedo per le donne vittime di violenza, ma non è sufficiente. Dobbiamo chiedere con forza un riequilibrio sugli inquadramenti”.
Dai racconti delle lavoratrici presenti all’assemblea sono emerse tante piccole storie personali, che messe insieme hanno composto un mosaico variegato che ha come denominatore comune la volontà di cambiare quello che non va, lavorando compatte a un progetto comune di cambiamento. Alle donne presenti, Clara Crocè ha chiesto consapevolezza e impegno.
“Non possiamo dimenticare che i Paesi che garantiscono una maggiore parità tra i due sessi, sono quelli con l’economia più solida. Tradotto in termini più chiari: dove ci sono servizi efficienti, garanzie e tutele, c’è maggiore ricchezza. Dobbiamo lavorare per garantire alle donne che desiderano diventare madri la possibilità di non dovere scegliere tra lavoro e famiglia: con i giusti supporti possiamo fare tutto, ma abbiamo bisogno di scuole aperte dalle ore 7.00 del mattino alle 20.00, di più operatori in un settore fondamentale come quello dei servizi sociali, di più consultori, di orari flessibili e di asili nido”.
E ancora: “Dobbiamo fare rete per impedire e prevenire le molestie e le violenze sessuali sul posto di lavoro, magari con un vademecum da distribuire ai lavoratori e alle lavoratrici, perché troppo spesso chi le subisce preferisce tacere perché pensa di essere sola e isolata. Ma non è così! Noi della CSA ci siamo e là fuori lo devono sapere. Devono sapere che puntiamo a diventare un punto di riferimento per tutte le donne che pretendono rispetto e parità sul luogo di lavoro, che non voglio i diritti trasformati in favori”.