Soltanto qualche giorno fa, l’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Antonio Scavone, provava a gettare acqua sul fuoco in merito alle procedure sull’erogazione della Cassa Integrazione in Deroga spettante alle piccole imprese che ne hanno fatto richiesta, diretta ai lavoratori dipendenti, cercando di placare le tante polemiche di queste ultime settimane, preannunciando, pertanto, la collaborazione fra i Centri per l’impiego della Sicilia e la stessa INPS, al fine di lavorare i flussi inviati dai relativi consulenti delle aziende al portale regionale. La realtà dei fatti, purtroppo però, è ben diversa perché, ad oggi, i lavoratori messinesi e siciliani sono ancora in balia di un’estenuante attesa che li sta logorando sia dal punto di vista economico che da quello psicologico. A evidenziarne il problema, è il consigliere della Quinta Circoscrizione, Franco Laimo, presidente della Commissione Politiche Sociali e del Lavoro, proprio della Quinta Municipalità.
“È assolutamente inaccettabile che, ancora ad oggi, i lavoratori dipendenti debbano stare senza percepire un solo euro di sostegno previsti dagli ammortizzatori sociali, dopo oltre un mese e mezzo di chiacchiere fra procedure e burocrazia. I padri di famiglia non mettono a tavola le chiacchiere per sfamare i propri figli e, senza i buoni spesa che nella Città di Messina sono stati immediatamente immessi a favore della comunità, parecchia gente non avrebbe potuto sfamarsi. Per quanto concerne la procedura per la Cassa Integrazione in Deroga ancora le pratiche non sono state lavorate, pertanto, i lavoratori non vedranno i propri soldi prima del 10 maggio. La procedura, poi, risulta essere davvero articolata e non poco ostica: troppa burocrazia, due portali, firme digitali, troppe registrazioni ed invii telematici. Tutto ciò poteva essere evitato e, soprattutto, reso ancor più semplice al fine di agevolare la percezione dei sostegni a favore dei lavoratori dipendenti”.
Ed ancora, “I Governi sia nazionale che regionale hanno il dovere di farsi coadiuvare da un’equipe di professionisti adeguata e competenze del settore tra commercialisti e consulenti del lavoro. Stiamo perdendo troppo tempo e troppe fasce di persone sono davvero a rischio: i lavoratori in nero o coloro che hanno terminato la cosiddetta NASPI (indennità di disoccupazione), gli stessi titolari di Partita Iva, parecchi dei quali non hanno ancora ricevuto la misera indennità di 600 euro e gli stessi piccoli imprenditori e commercianti locali che rischiano di chiudere, definitivamente. Le chiacchiere e la burocrazia stanno uccidendo il nostro Paese: ancora oggi, si parla di come aiutare i commercianti e le classi più deboli senza alcun piano sostanziale ed esecutivo, senza alcun decreto fattivo ed immediato”.