Siamo un gruppo di 19 produttori agricoli a cui, da oltre una ventina di giorni, è stato vietato, per effetto dell’ordinanza n° 104 del Comune di Messina, di poter allestire la domenica il biomercato di Piazza Casa Pia, unico mercato comunale del biologico a Messina. Un primo duro danno economico lo abbiamo subito già nell’immediatezza dell’applicazione dell’ordinanza – emanata nella tarda serata di sabato 4 aprile – senza dare alcun preavviso a chi aveva già raccolto e caricato i prodotti sui propri mezzi convinto di poter lavorare la mattina seguente. Molte aziende sono state costrette a regalare i propri prodotti (deperibili e ormai raccolti) nei propri Paesi di provenienza. Ma ancor di più vogliamo focalizzare l’attenzione sulla grave penalizzazione che continuiamo a subire a causa dell’inerzia dimostrata dall’Amministrazione nei nostri confronti. Due giorni dopo l’emanazione dell’ordinanza, abbiamo, infatti, prontamente richiesto tramite pec al Comune se fosse possibile anticipare al sabato lo svolgimento del biomercato che lo stesso sindaco ha citato come ‘modello’ per la cura e la prontezza dimostrata da noi produttori nell’organizzare e allestire gli spazi nel rispetto del distanziamento sociale imposto dall’emergenza. Spiace dire che, però, la nostra istanza non ha ricevuto alcuna risposta.
Dal momento che questa emergenza ha determinato e sta continuando a determinare non pochi danni economici, soprattutto ai piccoli produttori agricoli, abbiamo scritto un’ulteriore pec al Comune il 15 aprile, sollecitando, nuovamente, la richiesta di poter svolgere il biomercato anche infrasettimanalmente in un giorno che fosse stabilito dall’Amministrazione stessa. Anche in questo caso, non abbiamo ricevuto risposta. Ma non ci siamo arresi, abbiamo contattato la segreteria del sindaco e l’assessore al Commercio. Nessuno si è degnato di risponderci. Continuando la nostra ‘odissea’ telefonica tra i responsabili di vari uffici comunali, seppur soltanto informalmente, parecchi giorni fa ci era stato comunicato che lo spostamento al sabato può essere concesso solo con il consenso dell’assessore competente che, però, a distanza di giorni non c’è ancora. Con quella di oggi, da ormai tre domeniche, 19 famiglie, 19 produttori agricoli che hanno regolarmente e anticipatamente pagato l’occupazione di suolo pubblico, non possono lavorare. Siamo amareggiati e delusi dal silenzio di quest’Amministrazione che si dichiara apertamente a favore delle piccole realtà contadine territoriali, ma che concretamente – nel nostro caso – non ha fatto nulla per rimediare alla penalizzazione subita. Lanciamo, comunque, un ultimo appello all’Amministrazione invitandola a svegliarsi dall’inerzia e ad agire per risolvere la grave penalizzazione che stiamo subendo approvando almeno l’anticipo al sabato (2 maggio) del mercatino della prima domenica di maggio, ultimo di questa prima fase di lockdown.