Mons. Salvatore Camarda, già cancelliere storico della Curia Arcivescovile di Messina, è morto lasciando un profondo cordoglio in quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzare le sue doti umane. Ordinato presbitero nel 1955 da monsignor Guido Tonetti, assunse l’incarico di vice parroco nella Chiesa di Sant’Elena. In quella comunità, accanto al parroco, padre Vincenzo Principato, espresse, giovanissimo, la sua dinamicità, la voglia di fare, di essere vicino ai parrocchiani con impegno e disponibilità. In tanti lo rimpiangono, ricordando quel tempo, riportando alla memoria le sue doti umane che hanno reso viva la Chiesa in un periodo in cui i sentimenti si gestivano in modo schietto, semplice, nonostante le difficoltà presenti in un Paese dove la rinascita stentava ancora a decollare. Dopo l’esperienza vissuta in quella piccola comunità, padre Camarda rivestì altri ruoli che hanno segnato un percorso di vita sempre più impegnativo e denso di significato.
Rettore della chiesa di San Francesco dei Mercanti, in Via Sant’Agostino, cappellano coadiutore dei Carabinieri e della Polizia municipale, canonico del Capitolo protometropolitano della Cattedrale e prelato d’onore di sua santità, ha mantenuto, nel tempo trascorso in Curia, i rapporti tra le istituzioni e i vescovi che si sono succeduti da monsignor Pajino fino a La Piana. Giornalista pubblicista ha pubblicato articoli sulla storia religiosa e molti libri che sono, oggi, una testimonianza preziosa della sua fede e dello spirito che animava la sua mente. Padre Salvatore Camarda – così ci piace chiamarlo – è morto a 89 anni presso la Casa di Ospitalità Collereale di Messina, dove da tempo si era trasferito per le condizioni precarie della sua salute, ma il suo ricordo resterà vivo a lungo in quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo. “Sacerdote diCristo, fedele alla sua vocazione e a quelle origini ‘ringote’ che si traducevano in una genuinità e nella cordialità avvolgente tipica della gente di mare. La sua messinesità emergeva dai numerosi scritti di storia religiosa della Città e dagli articoli che scriveva per la Gazzetta del Sud. Servitore fedele dei vescovi che si sono succeduti nel ministero episcopale, sapeva essere tramite discreto e attento fra la Chiesa e la cittadinanza, assecondando la volontà e la sensibilità dei superiori, fedele servitore delle istituzioni”. Con queste parole, mons. Di Pietro ha ricordato padre Camarda nella celebrazione in Cattedrale, presieduta dall’arcivescovo Giovanni Accolla, per l’ultimo saluto.
di Sergio Lanfranchi