Mons. Antonino Barbaro nella storia di Messina

Mons. Antonino Barbaro ebbe tanta parte nella storia recente di Messina per essere stato il segretario, ‘il limpido specchio’, colui che ‘tenne ambo le chiavi’ del cuore di Angelo Paino, il grande, indimenticabile arcivescovo della nostra città. Messina deve imperitura riconoscenza al grande presule e al suo segretario se è risorta dalle macerie del terremoto e dalle rovine della guerra. Mons. Barbaro fu, come ebbe a riconoscere lo stesso arcivescovo, l’intelligente, fedele e devoto interprete dei suoi pensieri, l’esecutore esperto e tenace dei suoi disegni. Il sostegno del suo braccio nel faticoso apostolato, il conforto del suo cuore nelle vicende amare della vita, il compagno dei suoi viaggi, il lavoratore instancabile, il solerte organizzatore, il soccorritore pietoso per ogni fratello sofferente, il mediatore di pace nelle incomprensioni e nei contrasti. L’arcivescovo e il segretario erano un binomio inscindibile: osannando l’uno, si osanna l’altro. Era un sacerdote caritatevole e pio e io ho avuto la ventura e la gioia di fargli il chierichetto, e rimanevo edificato e incantato dal modo in cui celebrava la messa: s’intravedeva tutta la sua vita interiore e il suo misticismo.

Iniziò a dare prova delle sue grandi attitudini e della fervida e zelante pietà sacerdotale come arciprete di Rometta, dov’era nato, fino a quando lo sguardo indagatore dell’arcivescovo, in una visita pastorale, si fermò su di lui, scegliendolo come suo segretario. Dalla sua scuola, uscirono dei giovani che diedero esempio di vita cristiana. Il circolo cattolico, da lui fondato, fu la ‘Fucina’ dove si temprarono tanti giovani, fra cui balza all’attenzione l’eroe Nino Scandurra che immolò la sua vita alla patria e mio padre, che fu il presidente del suddetto circolo, nonché il braccio destro dell’arciprete. I romettesi, grati, hanno innalzato, mentre lui era ancora in vita, un monumento per iniziativa del sindaco di allora, avv. Pasquale Midiri. Mons. Barbaro era anche un poeta. Alcune sue poesie svelano la sua anima sacerdotale e l’amore per la sua Rometta, il suo arcivescovo e la sua Messina.

di Alfonso Saya