Messina – Appalto pulizie UniMe. Protesta di Filcams CGIL e UILtrasporti: “32 Lavoratori devono essere pagati. Chiesto incontro al prefetto”

L’Università deve trovare una soluzione e pagare chi si è occupato delle pulizie dell’Ateneo”: è l’appello che hanno fatto stamane la Filcams CGIL e la UILtrasporti in protesta di fronte alla Prefettura di Messina. “Trentadue tra lavoratrici e lavoratori si trovano in un limbo e attendono lostipendio di dicembre 2021, una situazione paradossale e inaccettabile – spiegano Giselda Campolo, segretaria generale Filcams CGIL Messina, e Giovanni Giordano, della UILtrasporti – perché i lotti 2 e 3 erano stati, inizialmente, affidati alla società Futuro 2000 che, però, dal primo dicembre scorso non è più attiva. Nel frattempo, già ad agosto 2021, era stato comunicato l’affitto del ramo d’azienda contenente i lavoratori dei due lotti che sarebbero stati ceduti al termine della procedura alla subentrante ditta ‘L’Ambiente’, ma nonostante i tempi tecnici fossero abbondantemente trascorsi e le lavoratrici e i lavoratori fossero stati assunti dalla subentrante a far data dal primo dicembre, gli uffici dell’Università il 29 dicembre 2021 hanno comunicato che non avrebbero riconosciuto l’affitto di ramo d’azienda, quando gli addetti alle pulizie avevano lavorato per tutto il mese. Di fatto, così i lavoratori non li sta pagando nessuno: “L’Ambiente non è titolare di un contratto con l’ente appaltante; Futuro 2000 non ha queste lavoratrici e lavoratori nel libro unico; l’Unime, dal canto suo, non attiva la responsabilità solidale perché non sono state consegnate le buste paga”. Stamane, è stato chiesto tramite la Digos un incontro urgente con la prefetta, Cosima Di Stani, affinché intervenga sulla vicenda e possa far risolvere la spinosa questione: “Il Rettorato potrebbe pagare direttamente i lavoratori o autorizzare tranquillamente la ditta ‘L’Ambiente’ a saldare le spettanze dato che i dipendenti sono stati assunti tramite UniLav proprio dall’Ambiente in forza dell’affitto diramo d’azienda già perfezionato prima della contestazione – continuano Campolo e Giordano – l’Università ha la responsabilità di queste persone e non possiamo consentire che la mancata retribuzione provenga proprio quando svolgono il loro servizio dentro le mura istituzionali”.