Messina – Armato di coltello e in preda a un raptus danneggia la vetrina di un negozio. I Carabinieri arrestano un cittadino straniero residente a Messina

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Messina hanno arrestato, in flagranza di reato, un cittadino straniero residente a Messina per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e detenzione illegale di armi. A seguito di una richiesta pervenuta all’utenza telefonica di pronto intervento 112 NUE, i Carabinieri sono intervenuti in Piazza Del Popolo, a Messina, dove era stata segnalata una persona che, in preda a un raptus, stava danneggiando la vetrina di un esercizio commerciale creando panico tra le persone presenti. Giunti sul posto, i militari dell’Arma hanno sorpreso un uomo che, in evidente stato di ebrezza alcolica e senza alcuna ragione, aveva danneggiato la vetrina di un negozio e scaraventato per terra alcuni cassonetti della nettezza urbana. L’individuo, nel tentativo di sottrarsi al fermo, inveiva contro i due carabinieri intervenuti, i quali – grazie all’intervento di un’altra pattuglia nel frattempo giunta sul luogo – riuscivano a bloccarlo, sottoponendolo a un controllo di Polizia e a perquisizione personale. All’esito del controllo, i militari dell’Arma rinvenivano addosso all’uomo, un coltello con una lama di 20cm e un taglierino con lama da 7cm che sono stati sequestrati. Il cittadino straniero è stato, pertanto, arrestato, in flagranza di reato, per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e detenzione illegale di armi. Al termine delle formalità di rito – su disposizione dell’autorità giudiziaria –, l’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo. All’esito dell’odierna udienza di convalida, il giudice del Tribunale di Messina, dopo aver convalidato l’arresto operato dai Carabinieri, ha disposto la sottoposizione dello straniero agli arresti domiciliari. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e, per l’indagato, vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.