Il Word Risk Report ha rilevato che Malta, ancora per una volta, è il secondo paese più sicuro al mondo per quanto riguarda la prospettiva di una catastrofe naturale. Malta si è classificata dopo il Qatar, che ha mantenuto il suo primo posto. Questo indice di rischio mondiale, elaborato dall’Istituto per il Diritto Internazionale di Pace e Conflitti Armati dall’Università di Bochum in Germania, colloca al terzo posto l’Arabia Saudita. La relazione annuale tiene traccia e classifica i rischi catastrofici per ben 180 paesi. L’indice valuta il rischio di un paese di condizioni meteorologiche estreme, capacità di gestione dei disastri, vulnerabilità e capacità di adattamento. Nel complesso, il rapporto ha identificato l’Oceania, il Sud Est asiatico, l’America centrale e l’Africa occidentale e centrale come regioni ad alto rischio di catastrofi naturali. Ha, inoltre, rilevato che un rischio più elevato è strettamente legato alla povertà e alle disuguaglianze. I paesi insulari tropicali come il Vanuatu, Antigua e Barbuda, e Le Tonga erano le nazioni più a rischio di disastri naturali come terremoti, uragani e l’innalzamento del livello del mare. Il rischio per Vanuatu e Tonga è aumentato dall’anno scorso.
Ma lo studio ha anche sottolineato che un’alta minaccia di calamità naturali non pone necessariamente un paese più in alto nella classifica dei rischi. L’innalzamento del livello del mare rappresenta un rischio elevato per l’Olanda, ad esempio, ma la classifica generale del Paese è migliorata grazie alla capacità di far fronte ai disastri potenziali che deve affrontare. Secondo il rapporto, il cambiamento climatico ha aumentato i problemi di sicurezza idrica a livello globale e reso la società più vulnerabile alle catastrofi naturali. Gli sforzi internazionali sono necessari per frenare gli effetti più devastanti. Garantire l’accesso all’acqua pulita e la protezione contro le inondazioni e gli tsunami è fondamentale per salvaguardare la società dagli effetti del cambiamento climatico. Gli autori dell’indice hanno chiesto la collaborazione locale, nazionale e internazionale per perturbare il ciclo di pericoli e vulnerabilità presenti nei paesi più colpiti. Senza la volontà della società internazionale di sostenere l’accordo di Parigi sul clima, iniziative locali come piantare foreste di mangrovie per contenere l’erosione costiera o sistemi di allerta precoce e le esercitazioni di evacuazione avranno solo un successo limitato, hanno scritto gli autori.
L’aumento delle ondate di calore, degli uragani e della siccità significa che la sicurezza idrica è una questione globale sempre più grande. Secondo il rapporto del 2019 la carenza d’acqua potrebbe portare a guerre. I politici devono agire rapidamente nei paesi in via di sviluppo, in particolare per garantire che tutte le famiglie abbiano accesso all’acqua potabile, ha dichiarato Peter Mucke, amministratore delegato di Entwicklung Hilft, la coalizione che ha condotto lo studio. “Dopo casi di condizioni meteorologiche estreme, l’approvvigionamento idrico deve essere ripristinato rapidamente al fine di garantire la sopravvivenza e prevenire la diffusione della malattia. Le famiglie povere sono particolarmente colpite dalla carenza d’acqua. Molti non hanno acqua corrente nelle loro case e, invece, mandano i loro figli a ritirarla dalle stazioni pubbliche. Questo spesso costa denaro, il che significa che i più poveri stanno pagando di più per l’acqua. Inoltre, impedisce ai loro figli di frequentare la scuola”.
Nell’udienza generale del 12 ottobre 2016, proprio il giorno prima della Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, che si celebra ogni anno nel 13 di ottobre, Papa Francesco fece questo importantissimo appello: “I disastri naturali potrebbero essere evitati o quanto meno limitati, poiché i loro effetti sono spesso dovuti a mancanze di cura dell’ambiente da parte dell’uomo. Incoraggio, pertanto, a unire gli sforzi in modo lungimirante nella tutela della nostra casa comune, promuovendo una cultura di prevenzione, con l’aiuto anche delle nuove conoscenze, riducendo i rischi per le popolazioni più vulnerabili”.
di Fra Mario Attard