Il 4 ottobre si celebra la Festa di San Francesco, uno dei santi padroni d’Italia e anche gentilissimo custode del creato. Come francescano cappuccino mi piace assai vedere Francesco come il fratello di tutto e di tutti. Francesco contempla la natura con gli occhi della fede. Infatti, nelle creature, ha notato il suo legame fraterno con loro. Leggendo soltanto questa parafrasi del testo del Cantico delle Creature già si capisce questo straordinario momento di fraternità cosmica concentrata su Dio Padre, redenta da Gesù Cristo e santificata dallo Spirito Santo. E, in questo spettacolo cosmico, Francesco è il piccolo fratello! Cioè quello che serve perché sa apprezzare e sa lasciarsi essere stupito!
“Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione. A te solo, Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionare il tuo nome. Lodato sii, che tu sia lodato, o mio Signore, insieme a tutte le creature, specialmente il fratello sole, la luce del giorno, tu ci illumini tramite lui. Il sole è bello, radioso, e splendendo simboleggia la tua importanza, o Altissimo, Sommo Signore. Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai create, lucenti, preziose e belle. Lodato sii, o mio Signore, per fratello vento, per l’aria, per il cielo; quello nuvoloso e quello sereno, rendo grazie per ogni tempo tramite il quale mantieni in vita le tue creature.
Che tu sia lodato, mio Signore, per sorella acqua, la quale è tanto utile e umile, preziosa e pura. Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, tramite il quale illumini la notte. Il fuoco è bello, giocondo, vigoroso e forte. Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci nutre e ci mantiene: produce frutti colorati, fiori ed erba. Lodato sii, o mio Signore, per coloro che perdonano in nome del tuo amore e sopportano infermità e sofferenze. Beati quelli che sopporteranno tutto questo con serenità, perché saranno ricompensati da te, o Altissimo. Lodato sii mio Signore per la morte del corpo, dalla quale nessun essere umano può fuggire, guai a quelli che moriranno nel peccato mortale. Beati quelli che troveranno la morte mentre stanno rispettando le tue volontà. La seconda morte, non farà loro alcun male. Lodate e benedite il mio Signore, rendete grazie e servitelo con grande umiltà”.
Questo amore verso l’Altissimo, Onnipotente Buon Signore, fà di Francesco un autentico fratello verso gli uomini! Cominciando, prima di tutto, dai sofferenti di quella era. Come ben ci dice il Testamento, questa gente periferica furono i lebbrosi. Dice Francesco: “Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo (Nri.1-3)”. La sua relazione fraterna con gli ammalati portò in lui la vera conversione! Poi, nell suo Testamento, Francesco esprime la sua fraternità verso i sacerdoti.
Dice espressamente: “Poi il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a motivo del loro ordine, che anche se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la loro volontà. E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come miei signori. E non voglio considerare in loro il peccato, poiché in essi io riconosco il Figlio di Dio e sono miei signori. E faccio questo perché, dello stesso altissimo Figlio di Dio nient’altro vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il santissimo sangue suo che essi ricevono ed essi soli amministrano agli altri (Nri. 6-10)”. Che parole profetiche per questi tempi quando i sacerdoti vengono presentati come argomento eccellente del gossip ed esposti a qualsiasi giudizio pensabile e impensabile!
Infine, nel suo Testamento, Francesco parla anche sui suoi frati, dunque su di noi! Dice: “E dopo che il Signore mi dette dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa me la confermò. E quelli che venivano per abbracciare questa vita, distribuivano ai poveri tutto quello che potevano avere, ed erano contenti di una sola tonaca, rappezzata dentro e fuori, del cingolo e delle brache. E non volevamo avere di più (Nri. 14-17)”. Vedendo tutti questi aspetti della vera fraternità ecclesiale di Francesco ora capisco di più perché lui dice: “E il Signore mi dette tale fede nelle chiese che io così semplicemente pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo (Nri. 4-5)”.
Alla Chiesa peccatrice del suo tempo, Francesco offre il suo amore, obbedienza e stima totale. E quale fu la conseguenza principale di questo amore fraterno e filiale di Francesco verso l’Altissimo, Onnipotente Buon Signore? Francesco apre il suo cuore verso i nemici non cristiani, i musulmani. Sappiamo come andata l’esperienza di Francesco, proprio 700 anni fa, quando si incontrò con Malek al-Kamel, il sultano d’Egitto. Come dice bene l’articolo della redazione del giornale online San Francesco, intitolato San Francesco e l’Islam, l’incontro con il Sultano d’Egitto, il santo fu talmente deciso di incontrare i musulmani che fu pronto a rischiare tutto, persino la sua vita. “Francesco d’Assisi voleva andare a tutti i costi tra i musulmani, tanto che per tre volte fece i suoi tentativi, senza scoraggiarsi dei fallimenti. Il terzo tentativo fu quello buono per l’incontro con Malek al-Kamel. Il sultano trova gran piacere ad ascoltare Francesco, quello strano monaco venuto dall’Italia. Siamo nel settembre del 1219. Cortesia, rispetto e dialogo, caratterizzano la conversazione tra il sultano Malek al-Kamel e Francesco d’Assisi”.
Come fu differente l’esperienza che fecero i frati minori che andarono nel Marocco l’anno dopo nel 1220! Continua lo stesso articolo redativo: “A differenza di Francesco, però, quei frati minori non fanno altro che proclamare la grandezza della loro religione cristiana e insultare l’Islam e il suo Profeta. Finiscono così con l’essere arrestati e torturati. L’incontro di Damietta, è un episodio senza martirio, al contrario dei fatti accaduti a Marrakech, dove la mentalità era dello scontro di due sistemi”. Nella prima frase del Documento sulla Fratellanza Umana Per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, firmata in Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, troviamo questa potente affermazione: “La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere”. San Francesco la visse quest’ultima frase in una totale pienezza che oggi lo celebriamo come il fratello di tutto e di tutti!
di Fra Mario Attard