L’Avvento: Preparazione sincera del cuore al Signore

Domenica 1 dicembre, abbiamo cominciato, come Chiesa, il periodo dell’Avvento. Questo tempo di preparazione sia alla solennità del Natale che per la seconda venuta del Signore alla fine dei tempi ci offre una grandissima opportunità a prepararsi umilmente a questa festa importantissima nel calendario liturgico ecclesiale. I Padri della Chiesa ci ricordano che non è senza motivo, fratelli carissimi in Cristo, che questo tempo viene chiamato Avvento del Signore. Se i santi Padri, infatti, intrapresero la celebrazione della venuta del Signore e indirizzarono al popolo delle omelie in tale periodo, è per far sí che ogni fedele si prepari e si emendi, in modo da poter celebrare degnamente la nascita del suo Dio e Signore (Anonimo IX secolo, Sermo I in Adv. Domini). Nella sua omelia, questo autore anonimo dettaglia meravigliosamente le conseguenze concrete di questo emendamento di vita in vista, sicuramente, della celebrazione degna della nascita di Dio in Gesù Cristo.

Ecco perché vi esortiamo a fare in questi giorni elemosine più abbondanti; a frequentare di più la chiesa, a fare in tutta sincerità la confessione delle vostre colpe, ad astenervi con la maggiore cura non solo da ogni impurità, ma anche dagli stessi rapporti coniugali, a scacciare via ogni odio, collera o risentimento, falsi giuramenti e bestemmie, orgoglio e vanteria, al pari di ogni gioia carnale, in modo che quando arriverà il giorno della Natività del Signore, possiate celebrarlo per la vostra salvezza. Seguendo questo ottimo e sicuro percorso biblico e patristico anche Papa Francesco ha voluto aiutarci parecchio per preparare il nostro cuore a celebrare con maggior semplicità, umiltà ed impegno questo avvento. Infatti, esso ci invita magnificamente a svegliarsi alla grazia avventale nel guardare e vivere con fiducia il futuro nel presente. Nella sua riflessione dell’Angelus del 1 dicembre 2019 il Santo Padre ci dice così: “Nel Vangelo di oggi, Gesù ci esorta ad essere pronti per la sua venuta, ‘Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà’ (Mt 24,42). Vegliare non significa avere materialmente gli occhi aperti, ma avere il cuore libero e rivolto nella direzione giusta, cioè disposto al dono e al servizio. Questo è vegliare! Il sonno da cui dobbiamo svegliarci è costituito dall’indifferenza, dalla vanità, dall’incapacità di instaurare rapporti genuinamente umani, dell’incapacità di farsi carico del fratello solo, abbandonato o malato. L’attesa di Gesù che viene si deve tradurre, dunque, in un impegno di vigilanza. Si tratta anzitutto di meravigliarsi davanti all’azione di Dio, alle sue sorprese, e di dare a Lui il primato. Vigilanza significa anche, concretamente, essere attenti al nostro prossimo in difficoltà, lasciarsi interpellare dalle sue necessità, senza aspettare che lui o lei ci chiedano aiuto, ma imparare a prevenire, ad anticipare, come fa sempre Dio con noi. Maria, Vergine vigilante e Madre della speranza, ci guidi in questo cammino, aiutandoci a rivolgere lo sguardo verso il ‘monte del Signore’, immagine di Gesù Cristo, che attira a sé tutti gli uomini e tutti i popoli.

In questo avvento, voglio avere il mio cuore libero e rivolto nella direzione giusta? Voglio veramente essere disposto e disposta al dono e al servizio? Sono deciso e decisa a lasciare lo Spirito Santo a liberarmi dall’indifferenza, la vanità, dall’incapacità di instaurare rapporti autenticamente umani? Sono pronto e pronta a fare carico del fratello e della sorella che sono entrambi abbandonati e malati? Pratico assiduamente questo impegno di vigilanza fraterna? Sono attento e attenta al mio prossimo in difficoltà? Lascio me stesso e me stessa ad essere interpellato e interpellata dalle sue necessità, senza aspettare che lui o lei mi chiede aiuto? In questo avvento sono pronto e pronta a lasciare lo Spirito Santo a guidarmi a prevenire e ad anticipare l’aiuto che il fratello e la sorella hanno veramente bisogno come Dio fa sempre con noi? Quando veramente mi meraviglio davanti all’azione di Dio? Che mi dicono le sue sorprese? Do io il primato a Lui nella mia vita? Santo Avvento a tutti!”.

di Fra Mario Attard