Domenica 8 dicembre, la Chiesa ha celebrato la Festa dell’Immacolata Concezione, cioè quella solennità che celebra la Madonna libera dal peccato originale. Oltre a Cospicua che detiene la pittura titolare, questa festa è stata celebrata in molte altre chiese di Malta e Gozo. Questo è stato fatto dopo che i vescovi hanno ottenuto un permesso speciale dal Vaticano per questo giorno per celebrare questa solennità liturgica. Nonostante che la domenica 8 dicembre è stata la seconda domenica dell’Avvento. In questa festa, c’è una processione che è stata celebrata per centinaia di anni. L’icona della Madonna di Caraffa si trova in un luogo prominente nella Concattedrale di San Giovanni per la Festa dell’Immacolata Concezione. Ogni anno, l’8 dicembre, si tiene una processione dalla Co-concattedrale alla Chiesa ‘Ta Sarria’ di Floriana che prende il nome dal Cavaliere Martin Sarria Navarra che l’ha costruita, nel 1585. Questa chiesa è dedicata all’Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Essa fu dedicata all’Immacolata Concezione a causa di un voto fatto dopo la peste del 1675, quando essa fu ricostruita. La processione si è fermata a metà degli anni novanta e si svolgeva con l’immagine della Madonna che è stata donata in dono dal Gran Maestro Caraffa. Questa icona è stata prima nella Cappella di Santa Caterina d’Italia. La curatrice della concattedrale, Cynthia De Giorgio, ha spiegato che dopo la partenza dei Cavalieri di Malta, l’icona della Madonna di Caraffa l’hanno messa nella cappella sacramentale dove c’è ancora. L’icona di Caraffa sostituì un’altra icona della Vergine Maria, conosciuta come ‘Filermos’, a cui i Cavalieri erano molto devoti e che portarono con loro da Rodi, e poi portati con loro quando furono espulsi dai francesi nel 1798. Il fatto che quando ha lasciato Malta il Gran Maestro Hompesch ha preso l’icona con lui, ha dimostrato che, pur non avendo un grande valore storico a causa del suo deterioramento, è stata considerata miracolosa.
Così, ha spiegato la sig.ra De Giorgio che, secondo la tradizione, l’icona di Filermos è stata dipinta dall’evangelista San Luca. Storicamente questa immagine è stata venerata dai Cavalieri che hanno pregato davanti a essa in tempi di lotta. In effetti, ha continuato a spiegare la curatrice, prima del Grande Assedio fu davanti a questa stessa icona che i Cavalieri si radunarono intorno e chiesero l’intercessione della Madonna con il Signore, in modo che essi vincano la battaglia, che è in realtà ciò che accadde. Per conseguenza, la devozione a questa Madonna aumentò costantemente. Era un’icona che aveva molti ex-voto. Anche nella Battaglia di Lepanto, che ebbe luogo pochi anni dopo il Grande Assedio, i Cavalieri pregarono anche la Madonna di Filermos. Infatti, da quando i cristiani vinsero quella battaglia, i Cavalieri vennero qui e offrirono le chiavi alla Madonna di Filermos. L’icona di Nostra Signora di Filermos è ora in Montenegro.
Fa bene ricordare il bel pensiero personale che ci ha regalato Papa Francesco durante il suo discorso del 8 dicembre 2019, nella solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria: “Mi piace anche sottolineare la parola con cui Maria si definisce nel suo consegnarsi a Dio: si professa ‘la serva del Signore’”. “Il ‘sì’ di Maria a Dio assume fin dall’inizio l’atteggiamento del servizio, dell’attenzione alle necessità altrui. Lo testimonia concretamente il fatto della visita a Elisabetta, che segue, immediatamente, l’Annunciazione. La disponibilità verso Dio si riscontra nella disponibilità a farsi carico dei bisogni del prossimo. Tutto questo senza clamori e ostentazioni, senza cercare posti d’onore, senza pubblicità, perché la carità e le opere di misericordia non hanno bisogno di essere esibite come un trofeo. Le opere di misericordia si fanno in silenzio, di nascosto, senza vantarsi di farle. Anche nelle nostre comunità, siamo chiamati a seguire l’esempio di Maria, praticando lo stile della discrezione e del nascondimento”.
di Fra Mario Attard