Diamo il benvenuto a Papa Francesco con cuore aperto. Questo è il titolo della lettera pastorale che mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo di Malta, mons. Mario Grech, amministratore apostolico di Gozo, e mons. Joe Galea Curmi, vescovo ausiliare di Malta, hanno scritto insieme, il 10 febbraio 2020, nella solennità liturgica di San Paolo Naufrago, in occasione della visita di Papa Francesco nelle Isole Maltesi il 31 maggio 2020, la solennità di Pentecoste. I vescovi hanno descritto la visita del Papa con grande gioia. Infatti, con grande affetto essi hanno ricordato le bellissime parole rivolte a noi maltesi da Papa Francesco nell’udienza generale dell’8 gennaio 2020. In quella circostanza, il Santo Padre disse: “I maltesi sono bravi, sono miti, sono accoglienti già da quel tempo. Poi, i vescovi maltesi hanno anche accennato a un altro commento bellissimo che Papa Francesco ha fatto su Malta, cioè quello fatto nell’omelia del 25 gennaio 2020, nella solennità della conversione di San Paolo Apostolo: una volta approdati a Malta, sperimentano l’ospitalità degli abitanti dell’Isola, la loro gentilezza e umanità”.
Nel loro messaggio, i vescovi hanno citato un altro passaggio dalla catechesi di Papa Francesco del 22 gennaio 2020 dove la bontà non comune (Atti 28,2) dei maltesi viene apprezzata dal pontefice. In contrasto con la brutale violenza del mare in tempesta, ricevono la testimonianza della ‘rara umanità’ degli abitanti dell’Isola. Questa gente, per loro straniera, si mostra attenta ai loro bisogni. Accendono un fuoco perché si riscaldino, offrono loro riparo dalla pioggia e del cibo. Anche se non hanno ancora ricevuto la Buona Novella di Cristo, manifestano l’amore di Dio in atti concreti di gentilezza. Infatti, l’ospitalità spontanea e i gesti premurosi comunicano qualcosa dell’amore di Dio. E l’ospitalità degli isolani maltesi è ripagata dai miracoli di guarigione che Dio opera attraverso Paolo sull’Isola. Quindi, se la gente di Malta fu un segno della Provvidenza di Dio per l’Apostolo, anche lui fu testimone dell’amore misericordioso di Dio per loro.
Proprio in questo contesto, emerge il titolo della loro lettera pastorale quando esortano paternamente: “Mostriamo il nostro apprezzamento e diamo il benvenuto a Papa Francesco con il cuore aperto per aiutarci a discernere cosa significhi veramente vivere ‘bontà non comune’ di fronte alle sfide di oggi. Attraverso la sua presenza e le sue parole, Papa Francesco ci incoraggerà in questa missione. Nella loro lettera pastorale, i pastori spirituali maltesi hanno sottolineato che nella sua breve, ma significativa visita a Malta, Papa Francesco celebrerà e pregherà con il popolo maltese e gozitano. Ci mostrerà come, purificati dallo Spirito di Dio che ci purifica dai nostri peccati, possiamo vivere insieme nella vera riconciliazione e trattarci reciprocamente con dignità e ‘bontà non comune’. I vescovi hanno anche parlato sulla preziosità di ogni vita umana. Dunque, in questo contesto, hanno anche riferito al discorso sui migranti. Essi hanno rivelato che il Papa vorrebbe anche incontrare i migranti durante la sua visita tra noi, proprio come ha fatto in altri luoghi che ha visitato nel Mediterraneo. Emerge chiaro dai suoi insegnamenti quanti i migranti sono nel cuore di Papa Francesco”.
Nella catechesi del 22 gennaio 2020, il Santo Padre ha detto: “Oggi, il mare sul quale fecero naufragio Paolo e i suoi compagni è, ancora una volta, un luogo pericoloso per la vita di altri naviganti. In tutto il mondo, uomini e donne migranti affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, per sfuggire alla guerra, per sfuggire alla povertà. Come Paolo e i suoi compagni sperimentano l’indifferenza, l’ostilità del deserto, dei fiumi, dei mari. Tante volte non li lasciano sbarcare nei porti. Ma, purtroppo, a volte incontrano anche l’ostilità ben peggiore degli uomini. Sono sfruttati da trafficanti criminali: oggi! Sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti: oggi! A volte, l’inospitalità li rigetta come un’onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti. Ecco perché è assai importante che – riferendo direttamente le parole del Papa –, i vescovi maltesi ci hanno fortemente incoraggiato ad amare e aiutare Cristo nei migranti: Noi, come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l’amore di Dio rivelato da Gesù Cristo. Possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l’ostilità e l’indifferenza, ma che ogni persona è preziosa per Dio e amata da Lui”.
Tramite questa lettera pastorale, i vescovi maltesi hanno saggiamente colto l’opportunità di affermare il chiaro insegnamento della Bibbia e della Chiesa sulla preziosità e la difesa di ogni vita umana in ogni fase della sua esistenza. Quando il Papa visita il nostro Paese, vorremmo che riconoscesse che per noi che crediamo in Gesù Cristo, ogni vita umana è preziosa e deve essere abbracciata con amore e tenerezza, dal concepimento e attraverso tutte le fasi della vita fino alla morte naturale. Siamo chiamati a dare testimonianza del valore della vita, soprattutto con i più deboli, i più vulnerabili, le sofferenze che chiedono aiuto e coloro che sono maggiormente a rischio e le cui vite sono in pericolo. Prima di concludere, i vescovi auguravano che questa visita ci fa, come popolo maltese, testimoni di una fede vivente. Proprio per questo motivo, i vescovi hanno fatto questo pratico e fruttuoso invito: “Preghiamo lo Spirito Santo che questa visita ci aiuti a vivere la nostra fede con convinzione e ad essere testimoni autentici conducendo una vita di integrità, onestà, verità, giustizia e impegno sociale, mentre trasmettiamo la nostra fede alle generazioni future”.
La preghiera sarà lo strumento essenziale ed efficace per il vero successo di questa visita di Papa Francesco: “Invitiamo il popolo maltese e gozitano a prepararsi per questa visita speciale, principalmente attraverso la preghiera, in modo che quando Papa Francesco è in mezzo a noi, possiamo accoglierlo con gioia e cuore aperto e ‘bontà non comune’. Merħba bik Papa Franġisku! Benvenuto Papa Francesco!”.
di Fra Mario Attard