La Valletta – La cripta dei grandi maestri riapre dopo 13 anni di restauro

La cripta dei grandi maestri sotto la concattedrale di San Giovanni, a La Valletta, è stata riaperta, ufficialmente, martedì a seguito di un progetto di restauro di 13 anni. La cripta, situata sotto l’altare maggiore della concattedrale, è l’ultima dimora dei primi 12 gran maestri dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni che hanno modellato Malta dal 1530 al 1623. Lo spazio è adornato con trofei di guerra e affreschi dell’artista italiano Niccolò Nasoni. L’evento di martedì 3 marzo 2020 è arrivato appena un mese dopo la riapertura della cripta al pubblico. Nel 2007, sono iniziati numerosi lavori di restauro e conservazione che hanno costato alla Fondazione Concattedrale di San Giovanni quasi € 500.000. La curatrice Cynthia De Giorgio ha spiegato che la più grande sfida del progetto era quella di controllare la temperatura e l’umidità all’interno della cripta. Le forti fluttuazioni avevano causato gravi danni e deterioramento dei dipinti e delle opere in pietra.

La Cripta dei Grandi Maestri restaurata (sita sotto la Concattedrale di San Giovanni) è l’ultima dimora dei primi 12 gran maestri dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni. Abbiamo raccolto studi tra il 2007 e il 2009 che hanno identificato i periodi di bagnatura e asciugatura, che ci hanno permesso di trarre la conclusione che il mantenimento di una temperatura costante di 74 gradi Fahrenheit (23°C) avrebbe protetto la cripta, ha detto la curatrice De Giorgio. Un piccolo esercito di ingegneri strutturali e architettonici fu chiamato per aiutare a ideare l’installazione di un sistema di ventilazione appositamente costruito e collegato al tetto. Ciò ha comportato il sollevamento e la sostituzione di vecchie piastrelle di marmo sul pavimento del presbiterio, alla fine di filtrare l’attrezzatura attraverso quattro fori esistenti sul pavimento. Il progetto di controllo ambientale ha recentemente vinto il Prix d’Honneur nella categoria restauro e conservazione alla 14a Edizione degli Architectural Heritage Awards, organizzata da Din l-Art Ħelwa.

Per ringiovanire la cripta, la fondazione ha assunto un team di restauratori del Courtauld Institute di Londra, a cui era stato affidato il compito scrupoloso di ripristinare e rivitalizzare l’estetica della cripta. I visitatori sono, ora, in grado di vedere la cripta da una piattaforma panoramica appositamente installata e da una porta a vetri che la sigilla dall’ambiente esterno. “È un giorno molto speciale per me. Sto vedendo l’obiettivo raggiunto. Senti di aver ottenuto uno scopo per aver completato un progetto più grande di te”, ha detto la curatrice. I sarcofagi nella cripta appartengono a Jean Parisot de Valette e Jean l’Eveque de la Cassière, tra gli altri nomi importanti. La concattedrale fu commissionata da de la Cassière e costruita nel 1572. In quanto patrono della concattedrale, la sua tomba si trova direttamente sotto l’altare maggiore ed è rivestita in marmo. C’è una dimensione europea molto significativa in questo progetto. Questi uomini provenivano da alcune delle famiglie più importanti d’Europa e hanno diretto la storia di Malta. È come andare a vedere la tomba di Napoleone, ha detto la sig.na De Giorgio. Alla riapertura hanno partecipato l’arcivescovo Charles Scicluna, il ministro per i beni nazionali, le arti e il governo locale, José Herrera e il presidente della Fondazione della Cattedrale di San Giovanni, Wilfrid Buttigieg.

Nel suo messaggio per l’occasione, mons. Scicluna ha elogiato la grande fede dei cavalieri. Che cosa significa per noi apprezzare la decisione dei gran maestri di essere seppelliti qui sotto l’altare? Questa cosa mi ha fatto ricordare la parola di Gesù, quella che lui stesso ci ha dato: “In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto (Giov 12,24)”. È a questa fede di queste persone che noi, giustamente, siamo riconoscenti perché ci hanno lasciati un grande patrimonio. Era la loro fede in questa parola di Gesù, di serbare quello che l’uomo lascia dopo la sua morte con la speranza della resurrezione e che i loro resti riceveranno la stima proprio in questo posto caro di questa chiesa che, per i cavalieri, fu la chiesa conventuale. Accorpare la tua tomba vicino all’altare è la dichiarazione che tu credi nella potenza del sacrificio di Gesù che noi rinnoviamo in ogni messa e nella sua potenza di salvarti e ti dà la vita eterna.

Nel suo breve, ma profondo discorso, l’arcivescovo ha ricordato che la Concattedrale di San Giovanni, a la Valletta, è una profezia per una Europa unita. Questa chiesa ha già la profezia di una Europa unita perché le otto cappelle dedicate a diverse lingue dell’Ordine sono una sintesi culturale differente europea che si uniscono in una sola corsia che in essa si celebra il sacramento dell’unione. La dichiarazione che c’è nell’arte, nell’architettura scolpita nella pietra, intarsiata nel marmo, questo posto è una dichiarazione che l’Europa e anche noi maltesi abbiamo bisogno di ricordare. Infine, come conclusione del suo discorso, l’arcivescovo ha detto: “Mentre apprezziamo la fede di queste persone e l’arte che espresse la loro fede, non dimentichiamo il perché siamo qui. L’arte invia un messaggio. Il messaggio di questa bellezza anche nella morte è la nostra fede che supera la morte”.

di Fra Mario Attard