Nel contesto dell’attuale crisi mondiale della pandemia del Coronavirus, ecclesiali maltesi hanno pubblicato una interessante dichiarazione con lo scopo preciso di collaborare con le autorità competenti attualizzazione di servizi che aiutano le più vulnerabili della nostra società. Queste entità sono: la Commissione per la pace e la giustizia, la Commissione Diaconia, il Consiglio dei Superiori Maggiori (KSMR), Church Homes for the Elderly, Caritas Malta, Merħba Bik Foundation, Dar Hosea, Dar tal-Providenza, Fundazzjoni Sebħ, Fundazzjoni Paċi u Ġid, Jesuit Refugee Service (Malta), Peace Lab, Maltese Emigrant Commission, Millennium Chapel, Paulo Freire Institute, Salesjani Dar Osanna Pia, Segretarjat Assistenza Soċjali Azzjoni Kattolika Maltija (SAS), Society of St Vincent de Paul – Malta, Foundation St Jeanne Antide e Foundation Youth Alive.
In questo momento di crisi, descritto da molti come una base di guerra di importanza storica, quando il Paese si sta chiudendo e si sta preparando per i giorni a venire, le entità ecclesiale incoraggiano le autorità a prendere ulteriori misure concrete per garantire che le persone che vivono in condizioni di povertà non vengano lasciate senza le necessità di base per una vita dignitosa. Infatti, essi si sono estremamente preoccupati per l’impatto che l’epidemia del Coronavirus avrà sui membri più vulnerabili della società maltese. Sebbene le malattie non discriminino mai le persone sulla base dello status finanziario, sociale, sanitario o dell’immigrazione. Non vi è alcun dubbio che la caduta economica dovuta dalla pandemia colpirà le persone più povere e emarginate. Il lavoro di queste entità gli mette in prima linea con persone per le quali la sopravvivenza è già una lotta, persone con malattie mentali o disabilità, persone che lottano per la dipendenza, ex prigionieri, sopravvissuti alla violenza domestica che cercano di ricostruire la propria vita, rifugiati, lavoratori migranti o famiglie numerose che stanno vivendo con un reddito unico. La maggior parte guadagnano poco più del salario minimo, che è appena sufficiente per coprire le bollette di affitto, cibo, acqua ed elettricità. Pochi avranno denaro messo da parte per portarli attraverso un periodo di disoccupazione che durerà mesi o forse più a lungo. Mentre alcuni potrebbero avere accesso a benefici sociali. Ma questo non è il caso per tutti.
Le entità hanno apprezzato il fatto nei giorni successivi, esattamente fin dall’individuazione del primo caso, il Governo ha messo in atto alcuni servizi di supporto per le persone vulnerabili, come la linea di supporto e la consegna di cibo per gli anziani che non sono in grado di fare shopping. Il Governo ha anche annunciato una serie di misure per aiutare le aziende a conservare il personale e a sostenere le persone che perdono il lavoro a causa della pandemia, come un aumento temporaneo dell’indennità di disoccupazione e l’estensione del regime di sussidi per l’affitto. Mentre queste iniziative sono fondamentali, sta diventando sempre più chiaro che tali misure da sole non saranno sufficienti per garantire che tutti possano vivere con dignità nei prossimi mesi. Secondo queste entità, affinché ciò accada è essenziale adottare misure per fornire sostegno finanziario e materiale a tutti coloro che non possono permettersi di pagare per ripari, cibo o medicine. Il diritto a questo sostegno e ai servizi di base, come l’assistenza medica, dovrebbe essere basato sulla necessità e non su altri criteri, come lo stato di immigrazione.
Nelle ultime settimane la dichiarazione sottolinea l’ispirazione che hanno avuto queste entità quando hanno visto molti singoli atti di solidarietà: proprietari terrieri che riducono l’affitto, datori di lavoro che offrono alloggio, persone che aiutano gli anziani a fare shopping e altri a cucinare per gli operatori sanitari che combattono coraggiosamente la pandemia. Le loro azioni trasmettono un messaggio chiaro: fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te. Le entità ritengono che i responsabili politici debbano fare eco a questo stesso messaggio di speranza, mettendo le persone al centro e dando la priorità ai bisogni dei più vulnerabili tra di la gente di Malta. Questo invito all’azione si basa sulla loro ferma convinzione che l’unica risposta equa a questa pandemia globale, che sottolinea le disuguaglianze nella società maltese, deve essere basata sulla giustizia e la solidarietà. Nelle parole di San Giovanni Paolo II, la solidarietà non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti (Solicitudo Rei Socialis, 38). Concludendo la loro dichiarazione, queste entità hanno affermato il loro impegno collettivo di collaborare pienamente con le autorità nell’implementazione di questi servizi, al meglio delle loro capacità nelle circostanze presenti.
di Fra Mario Attard